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Mara non gioca a dadi di Luciano Modica
Un noir avvincente, intricato, filosofico, dagli esiti sorprendenti!
Mara non gioca a dadi
Luciano Modica
Un noir avvincente, intricato, filosofico, dagli esiti sorprendenti!
Autore: Luciano Modica | Rilegatura: Brossura |
Genere: noir | ISBN: 9788897674023 |
Pagg.: 228 | Lingua: Italiano |
Formato: 14×21 |
€ 16,00
Descrizione
Mara non gioca a dadi è un noir incalzante che avvince il lettore sin dalle primissime pagine, e in cui la trama si lega a filo doppio a riflessioni sul senso del male, sul caso e sulla capacità del singolo di scendere in guerra con il proprio destino.
“…Privitera aveva comunque ben chiaro quanto reato e peccato fossero categorie diverse; lui, senza dubbio, era della prima che doveva occuparsi. Quanto all’anima nera degli uomini, teneva sempre ben a mente ciò che qualcuno aveva intuito prima di lui: la gravezza del peccato dipende dall’imperscrutabile malizia del cuore…”.
Secondo il concetto junghiano di sincronicità degli eventi, nulla accade per caso…
“L’incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante. Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito.”
C.G. Jung
È nato a Siracusa il 1 aprile 1967.
Laureato in economia e in legge, si occupa principalmente dell’amministrazione giudiziaria di aziende sequestrate alla criminalità organizzata.
Luciano Modica vive in Sicilia, “diviso” tra la città nera (Catania) e la città bianca (Siracusa).
Un’indomita curiosità intellettuale e la passione per il giallo e per il noir, lo portano a scrivere il suo primo romanzo Mara non gioca a dadi, frutto di mille contaminazioni umane e letterarie e infinite contraddizioni che scaturiscono dall’interesse per la filosofia (sia occidentale che orientale) per la fisica teorica e per la psicanalisi.
Recensioni e stampa
• Recensioni de Il libro del martedì
• Recensione di Nadia Lorigiola
• Recensione di Miriam Mastrovito
• Recensione di Angela – Chicchi di pensieri
Recensione di Nadia Lorigiola
“If we share the night mare
Then we can dream
Spiritus mundi.
If you act, as you think,
The missing link,
Sinchronicity.”
POLICE
(“Se condividiamo l’incubo
Allora possiamo sognare
Lo spirito del mondo.
Se si agisce, come si pensa,
L’anello mancante,
Sincronicità. “)
“Mara non gioca a dadi” è un noir che ti afferra già dalle prime righe, per non lasciarti andare che alla fine del libro.
Quali sono gli ingredienti che caratterizzano il mondo narrativo di Luciano Modica, in questo suo primo romanzo? Innanzitutto, la trama è quella di un giallo ambientato in una non meglio definita città del nord Italia, dove dietro una facciata di rispettabilità si nasconde una società in cui si insinua la corruzione. Mara è una prostituta che batte in strada e che, una sera come tante, ha una brusca quanto inaspettata reazione ad un incontro per lei inusuale. Luca è un tranquillo agente di commercio la cui vita sta per essere stravolta da quell’incontro. E qui incontriamo il commissario Privitera, un personaggio che non potremo non amare, il quale segue per le sue indagini un metodo molto personale.
In questo libro, inoltre, troviamo un tema caro all’autore: la psicologia analitica junghiana. E infatti è proprio C.G. Jung che Modica cita all’inizio:
“L’incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante. Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito.”
Seguendo il concetto junghiano di sincronicità, introdotto per descrivere la contemporaneità di due eventi connessi in maniera acausale, Privitera sviluppa la sua analisi dei fatti riflettendo sulla “coincidenza” di due o più eventi atemporali, quindi non sincroni, legati da un rapporto di analogo contenuto significativo.
Ad aiutare il commissario Privitera troviamo un suo caro amico, che vive in un monastero buddista tra le colline, e che si rivela anche come suo grande maestro e guida.
Durante la lettura di questo noir d’eccezione, non possiamo non immedesimarci nei personaggi ed immaginare di vivere le scene evocate da una scrittura avvincente e da un susseguirsi di colpi di scena che catturano il lettore dalla prima all’ultima riga.
Da lettrice appassionata, credo che facilmente si potrebbe realizzare una trasposizione cinematografica della storia, per poter seguire sul grande schermo le vicende di Privitera, Mara e della moltitudine di personaggi incontrati che caratterizzano uno spaccato della società attuale.
Un plauso a Modica per la sapienza con cui ha saputo dar loro voce, vita e pensiero.
Nadia Lorigiola
Recensione di Miriam Mastrovito
Mara è una giovane donna intrappolata in un’esistenza che non le concede molte gioie. Dopo un’infanzia trascorsa in orfanotrofio è finita sulla strada, costretta a vendere il suo corpo da un protettore che non le riserva alcuna tenerezza. Non è contenta della sua vita e vorrebbe essere altrove, tanto che inganna l’attesa tra un cliente e l’altro leggendo libri che le permettano di viaggiare con la fantasia. Una notte come tante altre, al termine del suo turno di lavoro, accetta un passaggio da uno sconosciuto. Non è insolito che qualcuno si offra di accompagnarla a casa ma quasi sempre il favore le viene concesso in cambio di una prestazione sessuale. Il fatto che Luca (questo il nome dell’uomo) non avanzi alcuna richiesta mostrandosi gentile e disinteressato ha su di lei un effetto spiazzante. Mara teme l’inganno, si prepara al peggio, cade in preda al panico. Qualcosa scatta nel su cervello e la manda in tilt fino a spingerla a un gesto sconsiderato: senza alcuna ragione plausibile accoltella il suo benefattore e scappa via.
Potrebbe essere l’epilogo di una storia di ordinaria follia, invece sarà solo l’inizio di una vicenda torbida e intricata. Il gesto inconsulto della donna provocherà una sorta di effetto domino.
Ben presto si ritroverà a essere ricercata non solo dalla polizia ma anche dai capi dell’organizzazione criminale che gestisce il giro di prostituzione in cui è invischiata. L’aggressione di cui si è macchiata ha infatti attirato l’attenzione delle forze dell’ordine sul clan mafioso. Il boss Franco Tropea non ha gradito e reclama vendetta.
A condurre le indagini sarà Privitera, un commissario sui generis che, a seguito di un drammatico episodio occorso nella sua carriera, ha maturato un grande interesse per la psicanalisi junghiana elaborando un metodo di approccio al crimine diverso dal solito. La ricerca del movente e dell’arma di un delitto, dal suo punto di vista, sono categorie insufficienti in ambito investigativo. La sincronicità degli eventi, il modo in cui i dettagli, anche quelli all’apparenza più insignificanti, si collegano e si inseriscono in un disegno più grande sono elementi imprescindibili per la comprensione della realtà. Come sostiene Einstein, Dio non gioca a dadi, ma gli uomini non sono da meno.
“Nulla accade per caso, e c’è sempre la possibilità di scegliere quale strada seguire, sebbene molto spesso non si tratti di fatti puramente razionali, ma di scelte che avvengono ad un livello ben più profondo ed imperscrutabile di ciò che noi chiamiamo coscienza”.
L’intuizione di Privitera si rivelerà calzante nel caso di Mara giacché un gesto dettato dall’inconscio in un momento di totale blackout della capacità di autocontrollo, innescherà una reazione a catena che condurrà alla scoperta di un’intera rete di corruzione. Ma non è tutto. Paradossalmente la coltellata sferrata a un innocente rappresenterà per la protagonista un punto di svolta. Sarà a partire da lì infatti che avrà luogo il suo percorso di redenzione e liberazione. Da creatura fragile e succube dei suoi aguzzini Mara gradualmente si trasformerà in un donna determinata a riscattarsi da una vita di miserie. Mossa dalla forza della disperazione tirerà fuori gli artigli e si mostrerà pronta a combattere per riappropriarsi del suo destino e della propria dignità.
Benché lei e il commissario non avranno occasione di incontrarsi, le loro azioni si legheranno a filo doppio intessendo un particolare legame a distanza la cui chiave interpretativa non può che essere rintracciata proprio nel concetto di sincronicità.
L’autore gestisce con maestria una trama ben articolata prestando particolare cura all’introspezione psicologica dei personaggi. Trattandosi di un noir, non incentra l’attenzione sulla ricerca dei colpevoli. Sin dall’inizio ci rivela chi ha commesso cosa − pur riservandosi un asso nella manica che calerà solo nel finale − tuttavia riesce a mantenere viva la curiosità del lettore chiamandolo a una sfida di tipo diverso. Perché gli attori della storia agiscono in un determinato modo, come sono giunti a essere quello che sono e, soprattutto, chi sono davvero i buoni e chi i cattivi?
La risposta a quest’ultimo interrogativo non sarà affatto scontata poiché man mano che i nodi verranno al pettine emergerà una realtà il cui livello di corruzione è giunto al punto di far saltare il confine tra legalità e illegalità.
Un romanzo davvero avvincente, crudo attuale e allo stesso tempo inconsueto poiché riesce a coniugare gli elementi tipici del noir con una riflessione di carattere filosofico sul senso della giustizia e sul ruolo che ciascuno di noi svolge nella costruzione del proprio destino.
Recensione di Angela – Chicchi di pensieri
Mara non gioca a dadi è una lettura alla quale mi sono approcciata con curiosità, a partire dal titolo, in quanto non capivo cosa potesse, con esso, intendere l’Autore.
Ovviamente, leggendo, le domande hanno trovato risposta e dico subito che la lettura di questo noir è stata molto piacevole.
Ma partiamo dall’inizio.
La Mara del titolo è praticamente la protagonista del libro, anche se accanto ad essa ci sono comunque altri personaggi non meno importanti.
Mara è una giovane donna che fa “il mestiere più antico del mondo”; lavora alle dipendenza di un certo Mario, che altro non è che uno dei “papponi” cui in qualche modo lei deve rendere conto, ma in realtà lui stesso a sua volta è sottoposto ad altri delinquenti (“più in alto nella scala gerarchica”) che in città controllano non solo il giro di prostituzione, ma anche dello spaccio di droga ed altri affari loschi; il tutto in perfetto “stile mafioso”, con tanto di organizzazione interna curata nei minimi dettagli.
Una ragnatela oscura e feroce nella quale Mara è impigliata, sì, ma fino ad allora senza che questo le abbia recato chissà quali problemi.
Problemi che iniziano nel momento in cui lei commette un’azione “fuori controllo”, che richiederà l’intervento tempestivo dei “capi”, soprattutto di un certo Franco, leader mafioso crudele e affamato di potere e soldi.
Ma qual è questa azione che scatenerà le ire dei capi nei confronti della povera Mara?
Tutto parte da una sera qualunque, in cui Mara è come sempre sulla strada, a “lavorare”; piove e una macchina l’avvicina, ma diversamente dalle altre volte, non è un cliente, non è un uomo che vuole usare il suo corpo per soddisfare le proprie voglie viscide.
No, questa volta l’uomo che l’avvicina e le chiede di salire in macchina, vuole solo una cosa: essere gentile, darle un passaggio per toglierla dalla pioggia scrosciante.
Mara sale in macchina, con fare circospetto; le puzza che quel giovane dall’aria gentile e un po’ imbarazzata non le chieda di “esercitare il proprio mestiere”; lo stupore raggiunge il culmine quando, in seguito ad una crisi epilettica acuta, Mara perde i sensi in auto e l’uomo la porta subito al pronto soccorso, aspettandola in corridoio finché lei non viene dimessa.
Mara non capisce: perché quello sconosciuto è così gentile con lei, che è solo una prostituta?
Non può essere che una persona sia gentile senza voler nulla in cambio; Mara non si fida, lei alle cortesie non è abituata, è abituata piuttosto a gesti e parole ruvide, ciniche, frettolose, indifferenti, a mani che la toccano con concupiscenza e egoismo, senza preoccuparsi di cosa provi lei….
La reazione di Mara davanti a un’affabilità sconosciuta e apparentemente ingiustificata è inaspettata e violenta: accoltella l’uomo – che si chiama Luca – e fugge via.
Questo gesto folle e sconsiderato mette in moto una serie di reazioni a catena, che vedranno coinvolti i delinquenti della cosca mafiosa per cui Mara lavora, impegnati ad acchiappare la donna e a mandarla via dall’Italia, prima che combini altri guai; ma ad intralciare i piani dei mafiosi di zona ci penseranno non solo la stessa donna – che da quel gesto, scoprirà dentro di sé un’energia ed un istinto di sopravvivenza che non pensava di avere – ma anche il giovane accoltellato, Luca – che non subirà gravi danni e che in qualche modo verrà “affascinato” da quella strana ragazza, che gli si presenta davanti all’ospedale per chiedergli scusa, innescando in lui contrastanti sentimenti, di paura e confusione ma anche di protezione – e soprattutto la polizia, nella persona del commissario Privitera.
Privitera è un uomo intelligente, un grande osservatore della realtà e un acuto “pensatore”, affascinato dalla psicologia junghiana e dalla filosofia orientale, attorno alla quale intraprende lunghe e articolate conversazioni con un amico ferrato sull’argomento, grazie al quale riuscirà a soffermare la propria attenzione su alcuni aspetti della faccenda di Mara e dell’organizzazione criminale che c’è dietro di lei, ben più grossa e pericolosa di quella da lui stesso immaginata fino a quel momento e che richiederà tutto il suo ingegno e le sue capacità investigative per combatterla.
Il titolo del libro viene spiegato nel corso della narrazione, durante le discussioni filosofiche di Privitera con il suo amico filosofo, che gli darà il suo aiuto attraverso il concetto di karma, che vede l’azione e la volontà dell’uomo soggette alla relazione di causa-effetto; forse in molti ricorderanno che l’espressione “giocare a dadi” fu nominata dallo scienziato Einstein, quando dichiarò che “Dio non gioa a dadi col mondo” e l’Autore, con il suo romanzo, aggiunge: neanche Mara!
Le vicende narrate sono molto interessanti perchè collocate in contesti di vita vera, “tosta”, in un mondo difficile, duro, che ha le proprie crudeli regole, la cui violazione viene caramente pagata, anche con la morte.
Ed è infatti un libro in cui c’è spazio per le vendette, per le minacce, per le crudeltà, ma in mezzo a tutto lo squallore di cui l’essere umano è capace, c’è sempre uno spiraglio di bene.
Ci sono l’onestà e l’integrità di un commissario di polizia che si appassiona al “caso Mara” non solo per una questione professionale, ma anche umana, e che cercherà di risolverla andando fino in fondo, anche se questo lo porterà a guardare in faccia il male e a doverlo individuare lì dove non avrebbe voluto scorgerlo.
C’è la gentilezza, la nobiltà d’animo di un giovane che decide di non aver paura di ciò che è diverso da lui e che pure lo attrae, ma di calarsi nella storia di una ragazza infelice e sola, che nonostante i modi silenziosi e diffidenti, nasconde un gran bisogno di relazioni umane vere,
E c’è il diritto di riscatto, di riappropriarsi di sè e della propria vita, del diritto di poter decidere per se stessa, anche se questo a volte può richiedere il tirar fuori quella parte nascosta ed oscura di noi e che non sapevamo esistesse, ma che è pronta ad uscir fuori e a farsi sentire – anche con la violenza, con la fredda lucidità di chi programma il proprio piano di vendetta – per poter finalmente spezzare le catene della “schiavitù” da un tipo di vita che vita non era.
Il libro scorre con molta fluidità, il ritmo è sempre incalzante, dinamico, il punto di vista passa alternativamente da quello di Mara a quello del commissario, da quello di Luca ai mafiosi, così da dare un’ampia e completa prospettiva delle azioni e delle loro motivazioni profonde.
Linguaggio vicino alla realtà, personaggi credibili, sufficientemente delineati, scene dinamiche e un finale positivo, che dà un messaggio di speranza sulla possibilità, da parte di ogni uomo, di decidere del corso della propria vita e di esserne protagonisti.
Lo consiglio!!!
Un piccolo assaggio? Leggi l’anteprima qui sotto…
Buona lettura!
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