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Corte Nera di T.Cacciaglia – P.D’Amato – R.Papa – P.Carlomagno
Quattro autori, quattro storie, un’unica Corte: uno degli angoli più noir di Salerno! Vincitore del Premio Nazionale di narrativa storica “Raccontami la Storia”.
Corte Nera
Tina Cacciaglia – Rocco Papa
Paolo D’Amato – Piera Carlomagno
Vincitore del Premio Nazionale di narrativa storica “Raccontami la Storia”.
Autori: Tina Cacciaglia Rocco Papa Paolo D’Amato Piera Carlomagno | Pagg.: 242 |
Prefazione: Diana Lama | Formato: 14×21 |
ISBN: 9788897674375 | Rilegatura: Brossura con alette |
Genere: Noir | Lingua: Italiano |
€ 14,00
Descrizione
Salerno si tinge di giallo.
Quattro autori salernitani, quattro gialli ambientati in quattro epoche diverse,
un’unica Corte, Larghetto San Pietro a Corte,
uno degli angoli più noir di Salerno,
per un’antologia tutta salernitana.
Salerno si tinge di giallo.
Quattro autori salernitani, quattro gialli ambientati in quattro epoche diverse,
un’unica Corte, Larghetto San Pietro a Corte,
uno degli angoli più noir di Salerno,
per un’antologia tutta salernitana.

Larghetto San Pietro a Corte, nel cuore del centro storico di Salerno, è un luogo misterioso e affascinante in cui sono stati scoperti tutti i vari strati della storia della città, fino alle fasi di vita più antiche, sette metri sottoterra. Gli autori della raccolta di racconti Corte nera hanno ambientato qui le loro storie, all’ombra dell’unico ambiente superstite del mirabile palazzo fatto edificare dal principe Arechi II, all’indomani della caduta del regno longobardo d’Italia nelle mani dei franchi di Carlo Magno.
Quattro autori, quattro storie, un’unica Corte: uno degli angoli più noir di Salerno!
Quattro gialli che attraversano i secoli. Con Gemma di Tina Cacciaglia siamo nell’anno 785, dove un mistero si cela nelle penombre dei conventi e delle mura, nel pieno della Salerno Longobarda. 1860, Trista Provincia ribelle è il titolo del racconto con cui Paolo D’Amato fa rivivere i giorni dell’unificazione d’Italia e dell’arrivo di Garibaldi in città proprio mentre si cerca di tenere nell’oscurità il brutale omicidio di una giovane cameriera. Rocco Papa, con Secondo natura, ricorda l’operazione Avalanche del 1943, lo sbarco degli alleati e la fuga dei nazisti in una città deserta e semidistrutta, dove si dipanano passioni e delitti, con la certezza dell’impunità. Infine è il 1990 e lo storico palazzo Fruscione, parte dell’antica corte, ora di proprietà del Comune, è ancora abitato da famiglie. Il delitto raccontato da Piera Carlomagno, si consuma in una notte di Plenilunio d’estate.
Prefazione di Diana Lama
Questa bella antologia si dipana come un nastro intessuto di emozioni, delitti, imprevedibili barlumi di umanità e osceni dirupi di perversione, attraverso i secoli.
L’abile penna degli autori intesse una trama rigorosa che interseca fatti storici e accadimenti puramente di fantasia, sempre però pienamente integrati nella realtà documentata dell’epoca.
Lo scenario è Salerno, e le storie narrano di odio, amore, passioni sempiterne, svolte attraverso la tela dei secoli. I fatti, se pur inventati, sono assolutamente verosimili e sfido il lettore più documentato a separare la realtà dalla fantasia, il dettaglio storico verificabile dal volo di immaginazione.
Due i fili conduttori di queste storie: il primo è la costruzione del personaggio principale che scaturisce prepotentemente dalle pagine come vittima predestinata delle passioni altrui o dei propri desideri. Una figura di donna tratteggiata con pennellate differenti ma ricollegabili, al di là degli anni e dei diversi autori.
Gemma, il racconto di Tina Cacciaglia, ci immerge nella vita complicata e pericolosa alla corte del Principe Arechi, nell’VIII secolo dopo Cristo, con le cupe vicende di una fanciulla guaritrice esperta di erbe, coinvolta in una storia più grande di lei. L’accuratezza storica è in questo come negli altri, un pregio ulteriore.
È Gemma la vittima sulla cui morte si indaga in Trista provincia ribelle, di Paolo D’Amato, ambientato nel 1860, quando Garibaldi entrò da trionfatore in Salerno. Le vicende storiche fanno da sfondo a un dramma contorto in cui gli abissi dell’animo umano sono svelati con abilità.
Di nuovo una donna che si chiama Gemma, e di nuovo una donna con oscuri poteri di guaritrice, stavolta negli anni convulsi della Seconda Guerra Mondiale in Secondo natura, il racconto di Rocco Papa. Una storia convulsa in cui odio e amore sono fusi in maniera inestricabile, narrata attraverso gli occhi di un uomo che vuole trovare, a ogni costo, la verità.
E infine, ancora una Gemma, nella Salerno del 1990, anch’essa tratteggiata con accuratezza, un’epoca vicina ai nostri giorni ma anche ormai irrimediabilmente diversa, in Plenilunio d’estate di Piera Carlomagno. È anche lei una ragazza particolare, travolta da un intrigo, dalle passioni e dalle complicazioni di persone adulte, i cui destini e i cui interessi investono come un fiume in piena la sua innocenza.
L’altro fil-rouge intessuto in queste pagine è l’arma del delitto, una sagitella, antico strumento utilizzato per praticare salassi, che compare di volta in volta, di secolo in secolo, tra le mani degli assassini.
Un destino comune, una trama di sangue che impregna il tessuto dei secoli, per una antologia tutta salernitana da gustare, assaporare, centellinare come un bicchiere di vino rosso invecchiato al punto giusto, alla ricerca di dettagli, curiosità, verità storiche e invenzioni ben congegnate sul passato della bella città di Salerno.
Diana Lama
Gli Autori
Nata a Napoli, laureata in Sociologia, svolge l’attività di Conciliatrice Professionista, oltre a interessarsi da diversi anni di scrittura ed editoria.
Ha pubblicato diversi articoli per riviste e una sua favola è stata letta a Radio Rai Due ed è arrivata finalista al concorso Parole in Corsa con un brano pubblicato in antologia.
Ha partecipato a Torino al Perfect Day della Scuola Holden, organizzato da Alessandro Baricco, con un breve brano, pubblicato dal quotidiano Il Denaro e dalla rivista Grazia.
Il romanzo storico La Signora della Marra (Runa Editrice), di cui è una delle due autrici, è stato segnalato dalla giuria del Premio Calvino 2009 come degno di merito.
Sempre nel 2009 ha vinto il primo premio Creatività e scienza città di Salerno con un racconto di fantascienza storica pubblicato in antologia.
Nel concorso nazionale IoScrittore 2011 è risultata vincitrice con un romanzo noir, pubblicato in ebook dal Gruppo Mauri Spagnol nel marzo 2012.
Attualmente vive a Salerno con la sua famiglia e il suo cane.
Con Runa Editrice ha pubblicato Il sussurro di vico Pensiero, La signora della Marra e Mitta storia di una cappuzzella.


Nato a Salerno il 18 agosto del 1970. Sposato con tre figli, lavora come giornalista presso una società di produzione TV e comunicazione. Ha collaborato con l’agenzia giornalistica Ansa, con la redazione Mediaset e con la redazione di RAI Tre. Caporedattore per dieci anni del quotidiano on-line 12mesi.it.
Con Runa Editrice ha pubblicato Briciole, con le indagini dell’ispettore Castaldi.
Nato a Salerno nel 1965, lavoro nell’ufficio legale di una banca, sono sposato e ho una figlia.
Sin da giovanissimo ho due grandi passioni: i libri e la fotografia.
Frequento per tre anni il laboratorio di scrittura creativa “L’officina del racconto” dello scrittore salernitano Domenico Notari.


Giornalista professionista, scrive su Il Mattino e cura la Comunicazione per alcuni Enti.
È Autrice di numerosi e pluripremiati romanzi gialli e noir.
È presidente dell’associazione “Porto delle nebbie” che organizza “SalerNoir Festival, le notti di Barliario” e collabora con il Salerno Letteratura. Ha pubblicato guide turistiche. È laureata in Lingua e letteratura cinese e ha tradotto un’opera teatrale del Premio Nobel Gao Xingjian.
Corte Nera vincitore del Premio Nazionale di narrativa storica “Raccontami la Storia”.




“La natura asseconda se stessa e decide per tutti.
Rocco Papa, Secondo natura
Una folata di vento improvviso, un passaggio di mani inconsapevoli:
la tela è spezzata.
La preda è libera. Il ragno è vittima.
Secondo natura.”
La prima presentazione di Corte Nera al festival Salerno Letteratura
svoltasi a Larghetto San Pietro a Corte nel cuore del centro storico di Salerno, il luogo dove è ambientato il libro e dal quale ne trae il titolo.




Gallery
Recensioni
Recensione di Antonietta Mirra – L’amica dei libri
Corte Nera è un’antologia noir incentrata sull’inserimento di un filo conduttore molto particolare: Gemma, una giovane ragazza che ricompare volente o nolente in tutti e quattro i racconti, fungendo da collante e nello stesso tempo rappresentando l’elemento da cui scaturiscono tutte le riflessioni e l’intenso coinvolgimento che ne segue.
Quattro sono le storie e quattro sono gli autori, tutti con il proprio stile e soprattutto la loro verve storica messa in evidenza da una consistente capacità descrittiva sia degli ambienti che del tempo stesso in cui sono ambientate le vicende.
Ho apprezzato sin da subito l’intelligente narrazione, precisa, chiara, dettagliata, l’argomento storico attraverso cui si è invitati ad immergersi nelle atmosfere significative e pregnanti della città di quegli anni: Salerno.
Tutto è focalizzato sul luogo campano che diventa mistero e segretezza, realtà ed immaginazione, una visione preziosa e ricca, che affonda le proprie radici nell’antichità e soprattutto nella leggenda, a metà tra la fede e la divinità.
Nel primo racconto intitolato Gemma di Tina Cacciaglia, risalente al 784 d.c. ho potuto con piacere riconoscere lo stile dell’autrice, coinvolgente, asciutto, che va dritto allo scopo e nonostante questo con quella onnipresente volontà di raccontare sempre qualcos’altro, di dare voce anche allo spirito, al mito, a ciò che non può essere razionalmente spiegato. A quello che potrebbe essere definito magico e divino, a ciò che, in altre parole, non può essere afferrato ma sentito.
“Vi parrà strano, principessa, ma quello che di lei seduce è l’estremo candore. Ho letto nei suoi occhi e vi ho trovato innocenza.”
Amore, sangue, morte, gelosia e magia si respirano tra le pagine mentre la figura unificatrice di Gemma nasce proprio tra quelle righe e il suo destino sarà assolutamente crudele perché il suo essere è percepito come un pericolo, un rischio, un affronto indicibile rispetto a tutto ciò che è sacro e accettabile. La sua identità apparentemente è molto vicina a quella di una strega e sarà proprio l’eco lasciato dalla sua presenza irrisolta, trascinata tra il sangue ed il candore della sua anima, a tessere la rete nella quale si andranno ad incastrare anche le parole di Paolo D’Amato, l’autore del secondo racconto, intitolato Trista provincia ribelle, ambientato nel 1860, all’epoca di Garibaldi, e incentrato ancora una volta su una giovane cameriera morta di nome Gemma. In questo racconto, rispetto al precedente, ho percepito maggiore propensione per l’indagine stessa facente parte dello stile dell’autore molto più dedito al noir vero e proprio. Non c’è visionarietà mistica tipica dello stile della Cacciaglia, c’è più crudezza, prontezza e volontà di chiudere un cerchio che ha come monito una morte ancora una volta ingiusta. La ricerca della verità diventa l’urlo dell’innocente e la condanna dell’indiziato più probabile che si rivelerà quello più privo di colpa. In un gioco di luci ed ombre anche qui Salerno è raccontata nella sua antichità, impigliata tra le sue strade cariche di memoria e appesa ai fili della storia, rivestendo un ruolo di comprimaria, diventando il contesto più adatto ed apprezzabile per narrare quasi sottovoce una storia che parla ancora di morte e di nero.
In Secondo Natura di Rocco Papa, l’atmosfera cambia in modo brusco e sentito. Siamo nel 1943 e il protagonista non è più un rappresentante della giustizia che tenta di far luce su strani casi di omicidio ma un ex carcerato che tenta di indagare sulla morte di Matteo, un amico che gli muore tra le braccia invocando un unico nome: Gemma. Uno stile preciso, quasi chirurgico da vero giallo, uno sfondo che ripete la storia, donandoci una pressante ed indimenticabile fotografia degli anni dell’Avalanche, e la fuga dei nazisti in concomitanza con lo sbarco degli alleati. La triste e velata Salerno, centro propulsore di queste storie macchiate di oscurità e rosso sangue, si presenta, questa volta, in una versione decadente, avvinghiata alle macerie di quel tempo disastrato e perduto nel quale l’aria pullulava di omicidi irrisolti e di amori sbagliati, prostitute cangianti e bambini oltraggiati. Mi è piaciuto molto nella sua realtà e fascino sporco, nella capacità di dare ancora un tocco in più a una serie di racconti dove sembrava che fosse stato detto già tutto.
“La natura asseconda se stessa e decide per tutti. Una folata di vento improvviso, un passaggio di mani inconsapevoli: la tela è spezzata. La preda è libera. Il ragno è vittima. Secondo natura.”
Tra l’altro ho adorato questa frase che oltre a rappresentare il senso totalizzante del pezzo, evoca, a mio parere, molto altro ancora, un’infinita sfilza di significati applicabili a più aspetti della vita e della realtà.
Infine, in Plenilunio d’estate di Piera Carlomagno, il cerchio si chiude e si ripete per l’ultima volta, rinfrancando l’attenzione del lettore, avvolgendolo ancora una volta in un racconto che ha come protagonista una giovane ragazza che muore e il suo nome è ovviamente Gemma. Qui la situazione non sembra affatto facile, è coinvolta la madre ed importanti esponenti introdotti in un gioco rischioso ed oltraggioso nel quale sono le stesse passioni amorose ad essere considerate pericolose. Amore e sangue si mescolano e danno vita ad un breve ed intenso squarcio sulla vita di questi personaggi che ci appaiono veloci e sfuggenti ma non per questo non marcati. Nella storia di Piera Carlomagno è presente un odore di malinconia, quasi di abbandono, di sogno pieno di polvere e di addio. Forse perché è l’ultima storia di questa raccolta che presenta autori di grande rilievo, capaci di raccontare, ognuno con il proprio stile, un pezzo di Salerno e della sua magia. Una magia nera, ma non per questo priva di luce nella quale si mescolano intrighi di corte, omicidi e pozioni magiche. Senza mai tralasciare l’alone di mistero e di segretezza, quella quiete soltanto apparente che però t’inquieta perché sussurra cose non dette. Parole negate, spezzate in gola ma anche desiderate tanto quanto è desiderata la verità, l’unica grande meta alla quale i viaggi di queste storie aspirano.
Ho sentito la città sospirare di morte e di vita e l’ho vista più cupa e sinistra di come la conoscevo, ho intravisto il suo lato storico e pittoresco, la sua atmosfera di luogo che accoglie i sentimenti e le perversioni. Ho sentito che ha avuto una voce, quella di chi ha saputo raccontarla, rendendola un’eco di potenza narrativa e di fascino tenebroso ma caldo.
Antonietta Mirra – L’amica dei libri
Recensione su Leggere:tutti di gennaio-febbraio 2015


Informazioni aggiuntive
Tipo libro | Cartaceo, eBook (ePub) |
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