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Runa significa “segreto“, “sussurro”.
Le rune sono il linguaggio segreto del mondo, l’alfabeto usato dalle antiche popolazioni germanico-vichinghe e celtiche, considerate segni magici portatori di conoscenza e quindi libertà. Ed è proprio da questa ispirazione, incantata e profonda, che nasce un progetto editoriale appassionato e curioso. Ispirazione che considera la scrittura come punto di congiunzione tra conoscenza, poesia e profezia. Le rune, infatti, erano proprio sentite come strumenti di crescita e di evoluzione, esattamente come il libro è oggi per la società contemporanea. Questo è dunque il significato che Runa Editrice attribuisce ai suoi lavori.
La casa editrice è nata a Padova nel 2012, dalla autentica passione dei suoi fondatori per il libro e la lettura. La giovane realtà veneta pubblica attualmente romanzi di diversi generi, di esordienti ma non solo. Dal giallo al noir, dal fantasy alla fantascienza e all’horror, dalla narrativa tout court al rosa, ma anche saggistica e manualistica. Una peculiarità interessante di Runa Editrice è di potersi avvalere di una tipografia interna, grazie alla quale l’editore stampa i propri libri e segue così artigianalmente tutte le fasi di produzione dell’oggetto-libro.
Le popolazioni norrene sapevano che ciò che è scritto comunica un messaggio che viene “da fuori”, da chi ha “parlato” componendolo, come il Vate o il Profeta che sono portavoce della divinità.
Avevano quindi ben chiaro che la scrittura univa indissolubilmente conoscenza, poesia e profezia.
Tutto ciò è celebrato nell’Hávamál (La canzone dell’eccelso), il canto mitologico nordico che narra il sacrificio di Odino (una autoimpiccagione ad Yggdrasil, il Frassino del Mondo), delle Rune di cui si impadronisce e che lo liberano e del furto ai Giganti dell’idromele (la bevanda alcolica dell’ispirazione poetica) che viene donata agli uomini.
Secondo la leggenda, furono scoperte dal dio Odino che le divulgò tra il suo popolo come simbolo del sapere e del riconoscimento di tutti i misteri degli dei e degli uomini.
Ancora oggi sono uno strumento divinatorio e di crescita spirituale. La divinazione runica non significa prevedere il futuro, ma offre la possibilità di analizzare meglio il percorso su cui ci troviamo e mostra l’effetto delle nostre azioni positive o negative, agendo come uno specchio per quello che, in quel momento, non siamo in grado o non vogliamo vedere.
Lo so io, fui appeso
al tronco sferzato dal vento
per nove intere notti,
ferito di lancia
e consegnato a Odino,
io stesso a me stesso,
su quell’albero
che nessuno sa
dove dalle radici s’innalzi.
Con pane non mi saziarono
né con corni [mi dissetarono].
Guardai in basso,
feci salire le rune,
chiamandole lo feci,
e scesi di là
Edda poetica – Hávamál
Il Discorso di Hár. 138-139
Yggdrasil – Il Frassino del Mondo
Dal manoscritto Edda oblongata (XVII sec.),
Istituto Árni Magnússon, Reykjavík