Titolo: Polvere Autore: Francesco Mastinu Editore: Runa Editrice
Polvere è un romanzo molto intenso, toccante e che spinge a riflettere.
Ambientato nel periodo del dopo guerra, Polvere è la storia di due amanti, che non riescono a godersi i loro sentimenti.
Rino, il protagonista, scopre l’amore, l’attrazione, la passione, grazie a Bustianu, un ragazzo del paese che studia lontano da casa. Rino fa quasi tenerezza quando scopre queste nuove sensazioni e avverto che vorrebbe sentirsi felice e sereno per quello che prova, ma il contesto non glielo permette ed è molto triste. Rino per salvare le apparenze rinuncia ad amare liberamente e anche a parte di se stesso. Bustianu è più coraggioso e forte moralmente, ma la sua determinazione non basta per entrambi e alla fine scoppia la bomba, il litigio, il distacco.
La storia si svolge alternando il presente di Rino anziano, al passato di un Rino prima giovane e poi uomo, che impiega la sua vita a dare una "buona impressione", vivendo la storia d’amore con Bustianu all’ombra mentre quella del suo matrimonio alla luce… almeno finché Sebastiano non si tira indietro e lascia la scena frustrato, avvilito e ovviamente addolorato. Rino, così, mantiene il ruolo che la sua comunità si aspetta.
A che prezzo salvare le apparenze se si è comunque costretti a essere infelici?
Tutti amano e tutti soffrono a modo loro, in un meccanismo che par malato e inconcepibile eppure rappresenta una possibilità anche nella realtà.
Alla fine i due amanti si incontrano e sembra giunto il loro momento di esser felici; l’amore non ha tempo, non ha età e non ha sesso! Ma…
...dovrete leggere per sapere di più e cogliere ogni gioia e ogni tormento di questi personaggi, talmente ben caratterizzati da sentirli vicini.
Un romanzo davvero corposo a livello emozionale. L'ho trovato commuovente.
Per quanto riguarda la stesura è molto fruibile e curata. Le conversazioni son ben delineate e esaltate dai termini tipici del dialetto sardo, che mettono in rilievo contesto e atmosfere.
Un romanzo che colpisce la sensibilità del lettore con la forza di un terremoto. Per mè è stato così.
❤❤❤❤❤
TRAMA
"Vorrei accarezzare ancora il tuo viso, poter soffiare via la polvere che si è annidata nei pochi ricordi che mi rimangono di te, ma la vita mi ha rubato anche il fiato".
Ci sono dei ricordi che rimangono stampati in modo indelebile nel cuore, marchiandone a fuoco tutti i battiti. Anche dopo tanti anni e anche dopo essere stati sepolti dalla polvere del tempo trascorso. Con questa certezza, il vecchio Rino, inizia a esporre la sua storia: un racconto lungo, fatto di veglia e di sonno, in cui parla del primo amore, impronunciabile, per il suo compaesano Bustianu. All’ombra del monte Supranu, custode terribile e immoto del paese di Ossure, sboccia la loro relazione, anche se non sarebbe mai dovuto succedere. In un’epoca controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte difficili, dettate dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da non riuscire a intravedere i confini dei loro sentimenti. Una storia delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere impressa per sempre nell’animo di chi riuscirà a leggerla, lasciandosene coinvolgere senza pregiudizi.
Proposto al “Premio Campiello” dalla stessa casa editrice, “Polvere” di Francesco Mastinu, è un romanzo introspettivo molto intenso.
Nella Sardegna del dopoguerra, Rino e Bastianu si incontrano e si innamorano.
Il loro è un amore travagliato, difficile e mai completo.
Rino si sposa e ha due figli, Bastianu si trasferisce in Francia. E la loro storia è un continuo tira e molla di cose non dette, di sentimenti nascosti.
Il vero amore che lega i due è davvero ostacolato dalla distanza tra Rino e Bastianu? O è la stessa distanza a facilitare le promesse d'amore di Bastianu? Solo quasi alla fine del libro si scopre quale sia la verità.
Il finale è agrodolce, forte come il carattere dei sardi, triste come tutti gli amori impossibili.
Con estrema delicatezza e un trasognare quasi poetico, l’autore racconta le difficoltà di Rino, vero protagonista, nonché voce narrante.
In un periodo storico di valori saldi, in una terra difficile, l’amore che Rino prova, all’apparenza ben nascosto agli occhi di tutti, è un peccato, una malignità. Solo Bastianu lo vede per quello che è: Amore.
I tratti dei protagonisti sono appena delineati, lasciati all’immaginazione.
Quello che fa da filo conduttore per le immagini è la voce di Rino che racconta, in un flusso di coscienza senza coerenza temporale, ciò che è stato e ciò che non è stato.
Si tratta di una lettera confusa, incoerente e sofferta, di un uomo che ha passato la sua vita a mentire.
La confusione dovuta ai salti temporali tipici del flusso di coscienza è mitigata dalla chiarezza dell’autore. Lo stile pulito di Mastinu, che è al secondo romanzo con “Polvere”, ma che ha già pubblicato sotto pseudonimo romanzi erotici e diversi racconti in antologie collettive, incuriosisce e coinvolge.
Si odia Bastianu per la sua calma e per le richieste che fa a Rino, si odia Rino per la sua codardia, ma alla fine si amano entrambi come specchio del loro tempo e di una realtà difficile, ancora oggi.
La morale che lascia il libro è semplice: non importa a quale sesso tu appartenga, l’amore è sempre amore e ha il diritto di essere vissuto.
Rino ci racconta il suo amore proibito per Bustianu, un amore sbocciato nella Sardegna dei primi anni Cinquanta (agli antipodi della civiltà, come la definisce lo stesso protagonista) quando l’omosessualità era molto più di un tabù, un peccato mortale da non confessare nemmeno a se stessi. Mastinu sceglie di alternare due diversi piani temporali offrendoci un Rino ormai vecchio e costretto a vivere in un letto che ricorda, e un Rino giovane e confuso che si avvicina con timore a un mondo a lui sconosciuto. Un mondo, quello dell’omosessualità, che Rino inizialmente fatica ad accettare, arrivando persino a ipotizzare che il suo giovane amore sia in realtà uno stregone capace di imprigionare la sua volontà in un incantesimo. Parallelamente alla crescita di Rino ci viene raccontata la metamorfosi di una società rurale che, forse troppo in fretta, abbandona i dogmi secolari che la volevano legata alla terra in favore di un’emancipazione alla quale il nostro protagonista non è del tutto pronto, così come non è pronto ad ammettere che l’esistenza che qualcun altro ha scelto per lui non è quella che vuole per sé. Saranno solo gli anni a rendere giustizia a quel legame, gli anni che porteranno con loro la consapevolezza della maturità prima, e il rimpianto della vecchiaia poi. Rino si sposerà, avrà dei figli e vivrà i loro tormenti e le loro ansie, ma porterà sempre nel cuore il ricordo di quell’amore impossibile, nato nel buio della notte e destinato a non vedere mai la luce del sole.
Anche questo romanzo, come il precedente Eclissi, esplora la tematica dell’omosessualità attraverso il rimpianto, che sembra essere il leitmotiv dei racconti di questo giovane autore sardo; un rimpianto struggente che assume le sfumature pastello della dolcezza e sconfina spesso nella malinconia. Rino è il protagonista, Bustianu il suo specchio: in lui Rino vede tutte le sue debolezze, i suoi peccati, non può fare a meno di amarli e odiarli al tempo stesso, arrivando a mostrarsi meschino e violento quando Bustianu gliele mette davanti agli occhi. Anche in Polvere, com’era accaduto in Eclissi, non è tanto la natura omosessuale del rapporto a colpire, quanto la profondità dell’amore che Mastinu riesce a trasporre su carta, i suoi spigoli, le sue contraddizioni, le sue mancanze, i suoi desideri. Quelle dipinte da Francesco sono immagini che riescono a essere tenere e taglienti allo stesso tempo, che rimangono impresse a lungo nella memoria; in questo senso la scelta di affiancare alla storia d’amore un’ambientazione ruvida come quella dell’entroterra sardo è di sicuro vincente. Il monte Supranu, Ossure, il sudore, i calli, la fatica di una vita contadina diventano protagonisti di Polvere come e quanto Rino e Bustianu, testimoni muti di un amore inconfessabile. Ho apprezzato molto anche la commistione con il mondo sommerso della superstizione, della suggestione di paese che lancia maledizioni contro chi non è degno di essere chiamato uomo: la scena che vede fronteggiarsi Rino e Nannara è una delle più incisive dell’intero romanzo.
Quello che invece non mi è piaciuto è l’eccessivo miele di alcuni passaggi – pochi a dire il vero – che però rischiano di far oltrepassare a Polvere il confine tra romantico e patetico e di fargli perdere verosimiglianza con la realtà.
Nel complesso reputo Polvere un buon romanzo, in grado di commuovere e coinvolgere come tutti i bei romanzi d’amore dovrebbero fare, con dei personaggi ottimamente caratterizzati che una volta chiuso il libro continuano a vivere nell’immaginazione di chi li ha conosciuti.
Ci sono dei ricordi che rimangono stampati in modo indelebile nel cuore, marchiandone a fuoco tutti i battiti.
Anche dopo tanti anni e anche dopo essere stati sepolti dalla polvere del tempo trascorso.
Con questa certezza, il vecchio Rino, inizia a esporre la sua storia: un racconto lungo, fatto di veglia e di sonno, in
cui parla del primo amore, impronunciabile, per il suo compaesano Bustianu. All’ombra del monte Supranu, custode terribile e immoto del paese di Ossure, sboccia la loro relazione, anche se non sarebbe mai dovuto succedere.
In un’epoca controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte diffi cili, dettate dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da non riuscire a intravedere i confi ni dei loro sentimenti.
Una storia delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere impressa per sempre nell’animo di chi riuscirà a leggerla, lasciandosene coinvolgere senza pregiudizi.
L'autore:
Francesco Mastinu nasce in Sardegna nel 1980, dove attualmente vive e lavora, in campo sociale. Convive con il suo compagno e vorrebbe sposarlo, ma ciò non è ancora possibile in Italia, però nella sua vita ci sono 4 gatti che sovraintendono ogni sua attività quotidiana.
È un lettore vorace ed esigente, si dice che nessuno di coloro che si siano messi in mezzo tra lui e le sue letture, siano sopravvissuti.
Dopo aver pubblicato numerosi racconti in antologie collettive di alcuni editori italiani, ed essersi dilettato con il genere erotico sotto pseudonimo, ha uffi cialmente esordito nel 2012 con il suo romanzo “Eclissi” per l’editore Lettere Animate. Nel 2014 esce la sua prima raccolta di racconti brevi “Concatenazioni” con l’editore 6Pollici.
Dal 2011 collabora, come moderatore, con il network/forum “Writer’s Dream” che si occupa di scrittura, libri ed editoria.
“Polvere” è il suo secondo romanzo.
La mia recensione:
Il tempo è passato, ha cancellato gli anni della giovinezza e depositato strati di polvere su ciò che è stato, ma i ricordi restano sempre indelebili. Ormai vecchio, Rino è imprigionato in un corpo che non risponde più ai suoi comandi; non può muoversi, non può più parlare ma la mente è vigile e il pensiero vola ancora libero, oltre i vetri della finestra, verso la vetta del monte Supranu che, ora come allora, vigila su verità inconfessabili.
È troppo tardi per cambiare le cose, per pronunciare le parole non dette, per trovare il coraggio di vivere diversamente, non resta che aspettare la fine, ma nell’attesa gli anni andati tornano a galla e il bisogno di ricucire gli strappi, almeno nell’intimità, si fa impellente. Rino si rivolge allora a Bustianu, il suo amore perduto, quello che ha negato a se stesso e in un soliloquio muto si confessa mettendo a nudo l’anima.
Si snoda con irruenza come fosse un flusso di coscienza privo di freni inibitori il racconto del protagonista di questo breve quanto intenso romanzo. Rino si rivolge all’uomo che ha amato in segreto per un’intera vita, ripercorre la loro storia d’amore maledetta, dal primo incontro al primo bacio, fino all’inevitabile distacco. Nel farlo riassapora la dolcezza dei bei momenti ma anche il rimpianto per aver rinunciato a un sentimento autentico in nome di una mentalità bigotta.
Siamo negli anni settanta a Ossure, un paese contadino della Sardegna, ovvero in uno spazio-tempo dai confini assai ristretti, in cui l’omosessualità è sinonimo di aberrazione. L’amore tra due persone dello stesso sesso è qualcosa di inammissibile, una vergogna da nascondere a tutti i costi se si vuol preservare il quieto vivere e l’onore della famiglia.
Quando scopre di provare un’attrazione irresistibile per il giovane Bustianu, Rino comprende di essere scivolato, suo malgrado, su un sentiero pericoloso da percorrere. Cede alla passione ma non ha il coraggio di compiere la scelta che gli suggerisce il cuore. Si vota così a una doppia vita: in segreto porta avanti la relazione con l’uomo di cui è veramente innamorato mentre, ufficialmente, si finge etero spingendosi al punto di sposare una donna e avere dei figli al fine di rendersi credibile e risparmiare ai suoi un’onta intollerabile.
Bustianu subisce ma non approva. Sogna una vita lontano da Ossure da condividere con Rino alla luce del sole ma non osa imporsi. Quando la situazione diviene insopportabile, sceglie di allontanarsi in silenzio. Si trasferisce in Francia e prova a voltare pagina, tuttavia non riesce a recidere del tutto il legame con l’uomo che ama e si aggrappa al filo di una fitta corrispondenza.
È una trama tessuta di amarezza quella imbastita da Francesco Mastinu, una storia in cui la macchina infernale di una mentalità retrograda finisce per soffocare i sentimenti e seminare dolore. Man mano che i ricordi di Rino fluiscono, si delinea una carrellata di perdenti. È perdente lui che si condanna a una vita fittizia, è perdente Bustianu che è costretto ad arrendersi al suo ruolo di ombra ed è perdente l’inconsapevole Caterina che si ritrova moglie innamorata di un marito che non ricambia.
Tutta la dolcezza e la poesia del sentimento che unisce i due protagonisti e che prepotente permea i passi in cui rivivono i loro incontri segreti, si scontra con la crudezza del pregiudizio.
Leggendo non si può fare a meno di riconoscere la purezza del loro amore e l’ingiustizia della condanna che pesa sulle loro teste. È quest’ultima, e non l’attrazione tra due persone dello stesso sesso, a imprimersi con forza come qualcosa di profondamente sbagliato.
Con una delicatezza sorprendente, una prosa fluida, raffinata, musicale e tagliente allo stesso tempo, l’autore affronta una tematica di grandissima attualità regalandoci un inno all’amore che va oltre le barriere.
Nonostante i tempi siano cambiati, certe gabbie mentali continuano a sopravvivere. Polvere è un romanzo che merita di essere letto, perché regala forti emozioni e fa riflettere ma soprattutto perché trasmette con impareggiabile efficacia un messaggio di cui noi tutti dovremmo fare tesoro: amare
non è mai sbagliato, dover chiedere perdono per essersi innamorati, probabilmente lo è ed è qualcosa che non giova a nessuno.
Ci sono dei ricordi che rimangono stampati in modo indelebile nel cuore, marchiandone a fuoco tutti i battiti.
Anche dopo tanti anni e anche dopo essere stati sepolti dalla polvere del tempo trascorso.
Con questa certezza, il vecchio Rino, inizia a esporre la sua storia: un racconto lungo, fatto di veglia e di sonno, in cui parla del primo amore, impronunciabile, per il suo compaesano Bustianu. All’ombra del monte Supranu, custode terribile e immoto del paese di Ossure, sboccia la loro relazione, anche se non sarebbe mai dovuto succedere.
In un’epoca controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte difficili, dettate dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da non riuscire a intravedere i confini dei loro sentimenti.
Una storia delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere impressa per sempre nell’animo di chi riuscirà a leggerla, lasciandosene coinvolgere senza pregiudizi.
Recensione
Chi ha letto e amato l'opera di esordio di Francesco Mastinu,Eclissi, rimarrà egualmente soddisfatto di questa nuova opera, sebbene più breve e dall'intreccio più semplice. Una storia di ricordo e rimpianto, in un confronto nostalgico tra giovinezza e vecchiaia, che ripresenta tutti i fortunati ingredienti caratteristici dell'autore: una narrazione frammentata, che alterna diversi piani temporali, introspezione psicologica, uno stile a tratti stucchevole per una dimensione intima piuttosto nitida, densa di lirismo.
La novità consiste nello spessore dato allo sfondo, la Sardegna della seconda metà del Novecento, dagli anni Cinquanta circa ad oggi. La terra provincialissima fa da sfondo alla vicenda amorosa di Rino e Bastianu, quasi a volerli confinare ancora di più, un'isola dentro un'isola, ed emerge soprattutto sul profilo linguistico, inondando il testo di colorature dialettali che vanno ad arricchire il comparto stilistico, con un'alternanza azzeccata di registri.
Il tema è sempre quello, il rimpianto per un amore mai vissuto pienamente, ostacolato da una società retrograda e dalle inibizioni che essa ha instillato nei suoi membri. Mentre Bastianu accetta di dedicare la sua stessa vita all'amato, rifiutando le convenzioni ed abbracciando tutti i sacrifici possibili, Rino annida il suo amore segreto (e che fatica sempre a chiamare "amore", preferendo più spesso parlare di "peccato") in una piega della sua esistenza, al buio, mentre alla luce del sole mette su famiglia. Il canovaccio ricorda un po' quel tondelliano Camere separate che tante opere ha ispirato, fosse solo per l'aver restituito un'autentica fotografia dell'amore omosessuale in Italia, separato da distanze e confini visibili e invisibili. Senza tacere di un altro cult: Brokeback Mountain. E' lo stesso autore a rivelarlo nella postfazione: molti autori lgbt hanno avuto un "momento Brokeback Mountain", ma è singolare che nel suo caso il "momento" abbia comportato una riscoperta della sua "sardità".
Al piano tematico della rievocazione nostalgica della giovinezza, dal forte sapore proustiano, si affianca un piano più originale, il presente della vecchiaia: il lettore trova così un Rino ormai anziano, invalido, una mente sveglia in un corpo quasi morto che aspetta la sua ora per ricongiungersi con l'amato. Sono poche pennellate, ma grosse, che fanno intravedere un mondo di invalidi e badanti dell'est, di famiglie sgangherate, lutti e separazioni. Forse è questo il miglior pregio dell'opera, una stratificazione invisibile di storie e tempi, a grattar la superficie della storia d'amore c'è tanto da scoprire, ci sono personaggi silenti, e tutte le sfumature della vita. Una storia godibile e coinvolgente, dunque, per un'opera ricca di contenuti.
Rino Murgia è un vecchio agricoltore del paese di Ossure, un piccolo borgo protetto dal monte Supranu. Costretto a letto da un’infausta agonia, Rino ripercorre con la memoria la sua vita e i suoi segreti, iniziando dall’amore celato per il suo compaesano Bustianu Vargiu.
La narrazione si sviluppa a due voci, alternate tra loro, da una parte Rino sogna la nascita del loro amore durante la giovinezza e quel che ne è conseguito, nei momenti di veglia invece lo stesso Rino affronta la sua vita una volta che Bustianu ha deciso di fuggir via dalla Sardegna (e da lui) per andare incontro a un futuro migliore. Il tutto è narrato in seconda persona, dove Rino si rivolge direttamente a Bustianu, spesso invocandone la presenza.
Negli anni cinquanta Rino e Bustianu si incontrano per la prima volta in occasione della vendemmia del paese e, nonostante le reticenze del primo, i due, sotto l’influsso di una luna d’argento, si amano.
Cercando di dimenticare l’accaduto, Rino acconsente ai desideri dei familiari sposandosi con Caterina Tiddia, una giovane del paese ma, ormai prigioniero della sua passione per il seminarista Bustianu, continua la relazione con il ragazzo cercando di conciliare le due vite parallele.
La loro storia nel tempo inizia a complicarsi, Rino diventa padre e dedica sempre meno tempo ai loro incontri clandestini, suscitando la gelosia dell’altro, il quale si accorge pian piano della provvisorietà del loro amore. Dopo un ennesimo litigio, Bustianu decide di partire per la Francia, scappando così da quel paese e da quel monte che lo rendono infelice. Rino finge di accettare la situazione ma trascorrerà gli anni successivi a chiedersi che cosa faccia e dove sia il suo amato, nonostante la loro fitta corrispondenza che col tempo andrà esaurendosi.
Rino, ormai uomo adulto, pur di non pensare alle sue perdite, si dedica anima e corpo al lavoro nei campi, per quanto la vita attorno a lui si modifichi a causa di quel benessere che irrompe anche in Sardegna negli anni settanta. I Figli Gioele e Luisa crescono, emancipandosi dai desideri del padre ancora convinto che la terra sia l’unica risorsa per il loro futuro. Alla fine lui cederà, vendendo i suoi possedimenti. Nel frattempo Caterina si ammala di tumore e nel letto di morte fa promettere al marito, ormai ultracinquantenne, di ricontattare Bustianu per dargli un’altra opportunità. Sebbene
stupito dall'appurare che il suo segreto fosse conosciuto da Caterina, Rino scrive al suo amato. Tempo dopo lo stesso Bustianu si presenterà alla sua porta, riaccendendo così la passione tra loro, i quali si promettono di coronare entro tre anni e mezzo il sogno d’amore. Rino infatti decide di partire per la Francia una volta che Bustianu riuscirà ad andare in pensione e tornerà a prenderlo. Riprendono i contatti tra i due, che si interromperanno senza motivo dopo tre anni.
Rino scopre da Nannara, sorella di Bustianu, che quest’ultimo è morto, e inoltre viene a sapere che la donna era a conoscenza della loro relazione. Seppur maledicendosi vicendevolmente, Rino riesce a ottenere l’indirizzo del cimitero parigino dove il suo amato è stato sepolto e parte in Francia per poterlo salutare un’ultima volta. Rino nell’ultimo colloquio con la fi glia Luisa scoprirà che Nannara aveva raccontato a Caterina della relazione clandestina con Bustianu e otterrà da sua fi glia il perdono tanto atteso per quello che era e che non aveva mai accettato di essere.
L’ultimo sogno di Rino riguarda un episodio della loro giovinezza nel quale i due erano ancora felici insieme e inconsapevoli del domani. Al risveglio l’anziano si renderà conto che è arrivato il suo momento e muore in pace, convincendosi così di poter, finalmente riabbracciare Bustianu.
Recensione: Il romanzo narra la tormentata storia d'amore tra Rino e Bustianu. Il tutto si volge in Sardegna negli anni cinquanta e in quel periodo una storia d'amore tra due uomini, non era per niente ben vista. Rino decide di accontentare la sua famiglia sposando una donna, Caterina, con la quale avrà due figli. Nonsotante ciò continuerà segretamente a frequentare e amare Bustianu, che non sopportando più la situazione e i continui litigi decide di lasciare la Sardegna, trasferendosi in Francia. Una ventina di anni dopo, rimasto vedovo, Rino scrive a Bustianu. Questi si presenterà a casa di Rino e la loro storia d'amore riprenderà con la stessa passione di un tempo. Ma...
Ho molto apprezzato questo romanzo.
Un romanzo davvero passionale, coinvolgente e direi toccante. Verso la fine sono riuscita a stento a trattenere le lacrime.
Ho amato la storia d'amore tra Rino e Bustianu. Una storia delicata, passionale, segreta e profonda.
Lettura molto scorrevole. Inizialmente mi è sembrata la solita storia d'amore invece ho dovuto ricredermi. Una storia bellissima che l'autore ha saputo rendere coinvolgente. Assolutamente da leggere.
Il destino per me era ormai spianato, pensavo che nulla
o nessuno avrebbe mai potuto scalfire questa manciata di certezze.
Non c'eripiù, ma in certi momenti eri più potente della forza di
gravità e mi riportavi sempre a te e ai nostri anni
Buonasera lettori,
sono di nuovo qui per regalarvi un'altra recensione. Ho voluto dedicare qualche ora ancora a un tema ben preciso. Da tempo avevo questo libro da parte e ho trovato finalmente l'occasione di leggerlo. Le mie scelte sono molto basate sul momento, sulla volontà di leggere un certo genere o tema in un dato periodo. Di Francesco Mastinu avevo già letto Eclissi, di cui potete trovare la mia recensione nella sezione apposita, e anche in quest'occasione sono rimasta molto soddisfatta della lettura. L'ho praticamente divorato in poche ore, lasciandomi nel cuore emozioni diverse. Dolcezza, ma anche malinconia e tristezza. È una storia che vi consiglio di leggere.
A voi tutti i dettagli e i miei personali pensieri!
Polvere, di Francesco Mastinu
Editore: Runa Editrice (Collana Introspezioni)
Pagine: 174
Prezzo: 10 euro (brossura), 1,99 euro ebook
Consigliato? Sì. Ancora una volta ho molto apprezzato il lavoro di Francesco Mastinu. Una storia agrodolce, un amore impossibile da vivere, ma anche una sorta di inno all'Amore, che è unico, speciale e meraviglioso. A prescindere dal sesso, a prescindere dalle regole, dalle superstizioni, dalle menti vuote. La tematica omosessuale è trattata con delicatezza, ma anche altri temi. Come quello della malattia, della vecchiaia, ma anche delle piccole realtà chiuse, e dei cambiamenti dovuti al "progresso".
Una storia da leggere, sicuramente.
Valutazione
Trama
Ci sono dei ricordi che rimangono stampati in modo indelebile nel cuore, marchiandone a fuoco tutti i battiti.
Anche dopo tanti anni e anche dopo essere stati sepolti dalla polvere del tempo trascorso.
Con questa certezza, il vecchio Rino, inizia a esporre la sua storia: un racconto lungo, fatto di veglia e di sonno, in cui parla del primo amore, impronunciabile, per il suo compaesano Bustianu. All’ombra del monte Supranu, custode terribile e immoto del paese di Ossure, sboccia la loro relazione, anche se non sarebbe mai dovuto succedere.
In un’epoca controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte difficili, dettate dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da non riuscire a intravedere i confini dei loro sentimenti.
Una storia delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere impressa per sempre nell’animo di chi riuscirà a leggerla, lasciandosene coinvolgere senza pregiudizi.
Recensione
"Vorrei accarezzare ancora il tuo viso, poter soffiare via la polvere che si è annidata nei pochi ricordi che mi rimangono di te, ma la vita mi ha rubato anche il fiato".
Nell'ultimo periodo mi sono dedicata sempre più alla tematica omosessuale. Se in un primo tempo ero un po' titubante ad approcciarmi a ciò, ora qualcosa è cambiato. Ho trovato in queste storie tanta dolcezza, tanta voglia di mostrare come l'Amore, questo sentimento meraviglioso e forte, sia unico, a prescindere da tutto. Ma l'amore spesso è contrastato da tanti elementi. Da una società chiusa, da una piccola realtà contadina e un'epoca storica dove molte cose non si capiscono, dove ciò che è strano, diverso, è considerato ancora una sorta di maledizione, di peccato grave. Tutto ciò grava nel cuore dei protagonisti stessi, che hanno paura. Paura di vivere la loro storia alla luce del sole, paura di essere giudicati male, di deludere le proprie famiglie, di andare contro un destino già scritto, un abitudine consolidata che si ripete di padre in figlio.
Questo romanzo è ambientato in una realtà chiusa, in una terra dura e forte, come è la Sardegna. Non è la prima volta che leggo libri con una simile ambientazione, ma in tutti si nota questo attaccamento alle tradizioni, questa incapacità di aprire le menti, soprattutto in epoche passate. C'è un legame con la terra, con la religione, con la piccola realtà nella quale si vive, e in questo caso, nascosta dietro un monte, il Supranu, che cela al mondo un amore difficile da vivere. È la storia di Rino e Bustianu. Due uomini diversi ma legati da un sentimento che non si affievolisce nonostante la lontananza, nonostante le difficoltà della vita, nonostante le scelte.
Il tutto è raccontato attraverso dei pensieri, quelli di Rino che, nell'ultimo atto della sua vita, ricorda il suo passato e si rivolge costantemente al suo amore. Fermo in un letto, bloccato da una malattia che non gli permette né di muoversi né di parlare, attende la morte, quell'ultimo istante prima di ricongiungersi al suo amato.
Rino si rivolge a Bustianu e riporta alla memoria, scavando tra la polvere, tutti i momenti insieme. Attraverso dei flashback, il lettore è sbalzato continuamente tra passato e presente, e può conoscere così come nasce il tutto e quali sono le difficoltà che devono vivere.
Rino e Sebastiano sono due uomini diversi, come dicevo. Da un lato abbiamo Rino, ancorato alle tradizioni, alla sua terra, fortemente combattuto tra quello che dovrebbe e quello che vorrebbe fare. Rino vorrebbe amare il suo Bustianu, ma allo stesso tempo non può andare contro ciò che la società e la sua famiglia hanno già stabilito per lui. Rino è costretto a sposare una donna e con lei avrà due figli. Rino non vuole abbandonare quel piccolo paese nascosto da quel monte, perché per lui non c'è altro fuori. Forse solo la Francia, dove va a vivere e studiare il suo amato.
Sì, perché a differenza sua, Sebastiano vola via. Quel paese lo soffoca. Lui vorrebbe vivere i suoi sentimenti alla luce del sole. Vuole studiare. Vuole amare. Ed è pronto a portare con sé Rino, se solo lo volesse veramente. Anche dal punto di vista fisico, Bustianu è molto diverso dai suoi concittadini. Sembra più "gracile", come se si volesse enfatizzare la sua diversità da quel mondo chiuso, la sua volontà di staccarsi da una realtà che gli sta stretta, forse.
La vita, però, non è facile. Pone all'individuo una serie di scelte, che potrebbero far soffrire.
E quando finalmente si trova il coraggio di compiere certe azioni, di spiccare il volo verso la felicità, accade qualcosa che ti getta di nuovo nel buio, in un vuoto incomprensibile e impossibile da gestire.
"Polvere" è un romanzo breve che riserva momenti di genuina dolcezza, accanto a momenti di malinconia e tristezza. Sono diversi i messaggi che forse si svelano. Accanto all'amore tra i due protagonisti, abbiamo anche altro. Ci sono figure femminili che dimostrano la loro forza, il loro amore, ma anche le loro paure. Donne che riversano tutto il loro impegno nella propria famiglia e che alla fine riescono a comprendere, a compiere e proferire parole che possono aiutare il protagonista. È anche la storia di diverse epoche. Dei cambiamenti che portano la piccola realtà in cui vivono i personaggi a modificarsi. Non più una mera vita rurale, ma c'è un'apertura. L'avvento dell'industria, della televisione che porta nelle case immagini di un mondo fuori al quale non si pensava e di cui non si sapeva nulla. C'è il ritratto di quei piccoli paesi in cui la superstizione è ancora molto forte e dove non si riesce ad accettare un amore tra uomini, vedendolo come un atto contro Dio, un peccato che potrebbe portare all'inferno. Interessante il ritratto che ci dona l'autore, questi piccoli particolari anche di leggende locali che mi hanno molto incuriosita.
E poi c'è il presente, fatto di un uomo malato che è seguito da una badante, e che per tutta la vita non è riuscito a instaurare un vero e proprio rapporto con i suoi due figli. Una mancanza di comprensione, forse, all'interno della famiglia. Di parole, di dialogo.
Insomma, questo secondo lavoro di Mastinu riesce a parlare al cuore. Pur essendo breve, sa comunicare vari temi. Sa raccontare una storia agrodolce che può emozionare. L'ho trovata dolce e delicata, ma anche straziante. E, anche se tutto è raccontato attraverso gli occhi e i pensieri di Rino, si possono comprendere anche i caratteri degli altri personaggi. Alcuni hanno una fievole presenza, ma riescono a lasciare un segno, a restare impressi nella mente, a colpire il lettore.
Forse ci sono un po' di ripetizioni, ma sono molto soddisfatta di questa piacevolissima lettura, che vi consiglio davvero di leggere.
Grazie a Francesco, per avermi permesso di leggerlo e avermi regalato emozioni!
Se fossi una foglia, mi lascerei trasportare dal maestrale, che sconquassa le fronde e i campi del nostro paese.
Sarei libero, nell'aria, non vincolato al peso morto delle mie membra incancrenite.
Verrei a cercarti, Bustianu. Non saprei come, ma sono convinto che riuscirei a riconoscere ogni singolo frammento di questo pianeta toccato dal tuo passaggio. Mi ci appoggerei sopra, solo per carpire il tuo odore, non quello della carta e dell'inchiostro, non quello della polvere.
Il tuo.
Il nuovo romanzo di Francesco Mastinu, pubblicato con Runa Editrice, narra la storia dell'impossibile amore tra Rino e Bustiano all'ombra del monte Supranu. Ne abbiamo parlato con l'autore.
E' uscito a metà febbraio con Runa Editrice, Polvere di Francesco Mastinu. Un romanzo che lascia il segno, come la polvere che si deposita con il trascorrere del tempo, lentamente inesorabilmente, a coprire ricordi ed emozioni ormai perdute, ma mai dimenticate… quel che poteva essere ma che non ha potuto essere.
La storia si svolge in un’epoca controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte difficili, dettate dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da non riuscire a intravedere i confini dei loro sentimenti.
Una storia delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere impressa nell’animo di chi la leggerà.
Noi abbiamo chiesto a Francesco Mastinu come è nata l'idea del romanzo. «Non esiste un movente preciso per la creazione di Polvere. - spiega Mastinu - Di fatto volevo coniugare la sardità e il senso molto forte per le mie origini con la necessità di raccontare una storia in tematica LGBT ambientata in Sardegna in
tempi non moderni. Da questi principi guida, è scaturito Polvere, con il quale ho cercato di rispettare la tradizione letteraria regionale e nel contempo i canoni delle produzioni LGBT delle epoche passate, cimentandomi anche con l'epoca storica. Le mie produzioni letterarie del passato si concentravano maggiormente sui diritti negati e le contraddizioni dell'epoca contemporanea, rispetto all'omosessualità, nel caso di questo romanzo, invece, ho preferito privilegiare l'aspetto letterario, piuttosto che la rivendicazione».
E oggi, cosa è cambiato in Sardegna, rispetto agli anni in cui è ambientata la vicenda di Rino? «Di sicuro nei capoluoghi, - afferma Mastinu - come Cagliari, c'è un'attenzione differente all'omosessualità: da due anni esiste il Sardegna Pride, tra l'altro frequentato non solo da omosessuali ma anche da tantissimi simpatizzanti della causa, di sicuro c'è anche una maggiore attenzione per un argomento che prima era tabù, merito anche dell'associazionismo e delle favorevoli correnti politiche».
Ma siamo ancora lontani dall'affermazione dei diritti delle persone LGBT.
«Forse, ancora oggi, in una realtà rurale, lontana dalla città, - sottolinea Mastinu - si vive peggio la consapevolezza del proprio essere omosessuale, e c'è anche un rischio maggiore di andare incontro a episodi di bullismo e omofobia; ma purtroppo questo pare sia in sintonia con la situazione dell'intera nazione. Questo però non deve essere un freno, anzi: deve diventare motivo di maggior supporto e impegno per mostrare e lavorare a un'idea di omosessualità condivisa dall'opinione pubblica, e in quanto tale accettata. Per questo auspico che i miei lavori, proprio come Polvere, contribuiscano ad aiutare le persone a non aver paura, né di essere se stessi né di accogliere qualsiasi sia l'oggetto della propria affettività».
Polvere è disponibile sul sito dell'editore e in tutti i bookstore online. Il libro si trova anche in alcune librerie a Padova, Napoli, Salerno, Milano, Cagliari, in ogni caso si può ordinare in qualsiasi libreria e arriva nel giro di qualche giorno. M.Z.
Sinossi Rino Murgia è un vecchio agricoltore del paese di Ossure, un piccolo borgo protetto dal monte Supranu. Costretto a letto da un’infausta agonia, Rino ripercorre con la memoria la sua vita e i suoi segreti, iniziando dall’amore celato per il suo compaesano Bustianu Vargiu. La narrazione si sviluppa a due voci, alternate tra loro, da una parte Rino sogna la nascita del loro amore durante la giovinezza e quel che ne è conseguito, nei momenti di veglia invece lo stesso Rino affronta la sua vita una volta che Bustianu ha deciso di fuggir via dalla Sardegna (e da lui) per andare incontro a un futuro migliore. Il tutto è narrato in seconda persona, dove Rino si rivolge direttamente a Bustianu, spesso invocandone la presenza. Negli anni cinquanta Rino e Bustianu si incontrano per la prima volta in occasione della vendemmia del paese e, nonostante le reticenze del primo, i due, sotto l’influsso di una luna d’argento, si amano. Cercando di dimenticare l’accaduto, Rino acconsente ai desideri dei familiari sposandosi con Caterina Tiddia, una giovane del paese ma, ormai prigioniero della sua passione per il seminarista Bustianu, continua la relazione con il ragazzo cercando di conciliare le due vite parallele. La loro storia nel tempo inizia a complicarsi, Rino diventa padre e dedica sempre meno tempo ai loro incontri clandestini, suscitando la gelosia dell’altro, il quale si accorge pian piano della provvisorietà del loro amore. Dopo un ennesimo litigio, Bustianu decide di partire per la Francia, scappando così da quel paese e da quel monte che lo rendono infelice. Rino finge di accettare la situazione ma trascorrerà gli anni successivi a chiedersi che cosa faccia e dove sia il suo amato, nonostante la loro fitta corrispondenza che col tempo andrà esaurendosi. Rino, ormai uomo adulto, pur di non pensare alle sue perdite, si dedica anima e corpo al lavoro nei campi, per quanto la vita attorno a lui si modifichi a causa di quel benessere che irrompe anche in Sardegna negli anni settanta. I Figli Gioele e Luisa crescono, emancipandosi dai desideri del padre ancora convinto che la terra sia l’unica risorsa per il loro futuro. Alla fine lui cederà, vendendo i suoi possedimenti. Nel frattempo Caterina si ammala di tumore e nel letto di morte fa promettere al marito, ormai ultracinquantenne, di ricontattare Bustianu per dargli un’altra opportunità. Sebbene stupito dall’appurare che il suo segreto fosse conosciuto da Caterina, Rino scrive al suo amato. Tempo dopo lo stesso Bustianu si presenterà alla sua porta, riaccendendo così la passione tra loro, i quali si promettono di coronare entro tre anni e mezzo il sogno d’amore. Rino infatti decide di partire per la Francia una volta che Bustianu riuscirà ad andare in pensione e tornerà a prenderlo. Riprendono i contatti tra i due, che si interromperanno senza motivo dopo tre anni. Cosa è successo? Rino riuscirà a riabbracciare Bustianu?
Chi è Francesco Mastinu Nasce in Sardegna nel 1980, dove attualmente vive e lavora, in campo sociale. Convive con il suo compagno e vorrebbe sposarlo, ma ciò non è ancora possibile in Italia, però nella sua vita ci sono 4 gatti che sovraintendono ogni sua attività quotidiana. È un lettore vorace ed esigente, si dice che nessuno di coloro che si siano messi in mezzo tra lui e le sue letture, siano sopravvissuti. Dopo aver pubblicato numerosi racconti in antologie collettive di alcuni editori italiani, ed essersi dilettato con il genere erotico sotto pseudonimo, ha ufficialmente esordito nel 2012 con il suo romanzo Eclissi per l’editore Lettere Animate. Nel 2014 esce la sua prima raccolta di racconti brevi Concatenazioni con l’editore 6Pollici. Dal 2011 collabora, come moderatore, con il network/forum Writer’s Dream che si occupa di scrittura, libri ed editoria. Polvere è il suo secondo romanzo. Chi desidera conoscerlo meglio può visitare il suo blog.
Rino Murgia è un vecchio agricoltore del piccolo borgo sardo di Ossure. Ed è proprio lui a raccontare la sua vita attraverso una narrazione a due voci alternate che ripercorrono la sua giovinezza negli anni cinquanta, l'amore per il compaesano Bustianu Vargiu, la voglia di fuggire e il matrimonio con una donna impostogli dalla cultura omofoba della sua terra. Il suo diventare padre lo porterà anche a poter dedicare sempre meno ai suoi incontri d'amore clandestino con il suo vero amore, una situazione che Bustianu non vivrà affatto bene e che lo porterà ad emigrare in Francia una volta constata la provvisorietà del loro rapporto. Eppure non sarà quello l'epilogo della loro storia...
Di questo si occupa "Polvere", il secondo romanzo a tematica lgbt scritto da Francesco Mastinu. Edito da Runa Editore, l'opera è disponibile dal 12 febbraio scorso in libreria e in formato digitale.
L'autore 34enne ha esordito nel 2012 con il romanzo "Eclissi" (edito da Lettere Animate) e nel 2014 ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti brevi dal titolo "Concatenazioni" (edito da 6Pollici). Dal 2001 è anche uno dei collaboratori del progetto "Writer's Dream", un sito internet che si occupa di scrittura, libri ed editoria.
Polvere è amaramente triste. La storia impossibile fra Rino e il suo Sebastiano entra nelle viscere del lettore che non può far altro che scoprire, capitolo dopo capitolo, l’amaro destino di un amore nato in un’epoca sbagliata.
Siamo nella Sardegna post guerra e due ragazzi si incontrano, si legano, si amano, si lasciano e si rincontrano. Destinati ad amarsi di nascosto, lontano dagli occhi dei compaesani, Rino e Sebastiano non si perdono, ma si amano a dispetto di tutto.
Le scelte prese da Rino, perché così doveva essere, e la sua incapacità di imporre il proprio volere, il proprio amore per Sebastiano, gli regalano rimpianti e polvere, tanta, per tutta la vita.
Con questo nuovo lavoro Francesco Mastinu conferma il suo talento e la sua scrittura è, semmai fosse possibile, migliorata rispetto al primo romanzo, diventando ancora più incisiva e musicale.
Questa storia mostra tutto il dolore di coloro che ci hanno preceduti. Essere gay era, e purtroppo lo è ancora oggi, un male, un qualcosa da nascondere per non incombere nella stupidità umana e nel conseguente disonore. Sotto certi aspetti Polvere è molto più contemporaneo di quanto si possa pensare. La paura di deludere chi su di noi ha progetti, idee, piani è per alcuni più forte dell’amore provato per la persona della propria vita.
Libri come questi dovrebbero entrare nelle casa di tutti per far capire che un pregiudizio dettato dalla propria restrizione mentale, ha seminato, e continua a farlo, polvere su cuori innamorati.
Da leggere assolutamente.
Sardegna, anni Cinquanta. Rino, un adolescente timido e riservato, profondamente immerso nel suo contesto sociale di appartenenza, conosce Bustianu, un ragazzo di poco più grande, bello, istruito e dallo sguardo misterioso. Tra i due giovani scocca una passione illecita, difficile da accettare ma soprattutto, da dimenticare.
Sardegna, oggi. Rino, ormai anziano e immobilizzato a letto, ricorda il suo amore perduto in una lunga confessione venata di rimpianto, attraverso un flusso di ricordi solo apparentemente confuso. È attraverso queste due tracce che si dipana la vicenda narrata in Polvere, il secondo romanzo di Francesco Mastinu, già autore di Eclissi. Polvere rappresenta un passo avanti, il salto di qualità che porta uno scrittore con delle potenzialità a essere un buon autore, con un testo ben scritto, forte e ricco di sfumature.
Classificare questa storia come un romanzo d’amore gay è riduttivo, oltre che ingiusto: i sentimenti che vengono descritti non sono confinati alla sfera della coppia come avveniva prevalentemente in Eclissi, ma raccontano i personaggi nella loro interezza, con le loro meschinità e debolezze, senza compiacimento ma in maniera delicata. L’autore ha imparato a farsi da parte e a lasciare spazio alla vicenda narrata e alle voci che la compongono, a ulteriore prova del salto di qualità compiuto rispetto all’esordio.
La storia d’amore, che pure è nodale nel romanzo, è la chiave di lettura attraverso cui interpretare l’esistenza di un uomo, Rino. Alla fine della propria esistenza, egli avverte il peso della solitudine e comprende quanto le sue scelte di vita abbiano condizionato pesantemente le esistenze di Bustianu, l’uomo che amava, e di Caterina, la donna che ha sposato per dovere sociale. Rino ha vissuto un’esistenza sdoppiata, dolorosamente in bilico tra la passione di una vita intera – Bustianu – e i suoi doveri sociali. I primi incontri, la scoperta dell’amore fisico e, nello stesso tempo, il lavoro nei campi, il matrimonio con Caterina, una ragazza che gli darà due figli: il tessuto narrativo si dipana in maniera fluida e priva di forzature. Le due esistenze del protagonista si alternano nella vita e nei ricordi, attraverso un contrappunto dagli accenti malinconici, carico di rimpianto.
Lo iato interiore del personaggio si avverte maggiormente nelle parole di Rino ormai anziano: egli è consapevole che la vita gli sta sfuggendo e sa che nulla potrà ridargli ciò che ha perduto. Alla fine dell’esistenza, l’uomo fa un bilancio amaro e si rende conto di come obbedire alle regole sociali non abbia portato che rimpianti e sofferenza. A lui per primo, ma anche a Caterina, la donna che ha sposato e verso cui nutre un sentimento fraterno. Forse è proprio lei il personaggio più forte e positivo di tutto il romanzo: comprende che il marito non la ama e sa chi è il suo vero amore ma nello stesso tempo continua a stargli accanto. Caterina sa, comprende e tace. Ma è anche la figura che media tra Rino e i suoi figli quando questi decidono di non occuparsi più della terra e delle attività agricole, spezzando il ritmo atavico che aveva dominato fino ad allora la vita del protagonista, in un alternarsi di lavoro e famiglia. Lei lo protegge da se stesso e lo aiuta a smussare gli aspetti del suo carattere incapaci di adattarsi al mondo che cambia. Anche se nell’economia del romanzo è un personaggio secondario, Caterina rappresenta l’emblema di tutte le donne generose, mogli e madri che comprendono e perdonano in nome dell’amore. Le sue scelte sono sorrette non dal rispetto delle convenzioni sociali come accade al protagonista, ma dall’affetto e dalla generosità d’animo che la contraddistinguono fino alla fine.
In posizione diametralmente opposta c’è Nannara, la sorella chiusa e rabbiosa di Bustianu che prova disprezzo per il fratello e per gli “invertiti” come lui e Rino. Fino all’ultimo, Nannara rimane distante e vendicativa, incapace di comprendere fino in fondo l’infelicità del fratello. Particolarmente struggenti sono le ultime pagine del romanzo, dove il protagonista narra del breve periodo di felicità che lui e Bustiano riescono a vivere prima del doloroso finale, carico di rimpianto.
Polvere è un libro bello, ben scritto, con una storia valida, bel lontana dalle storie di belloni tartarugati che affollano la narrativa m/m. È una vicenda che ha il sapore doloroso della verità, che parla di scelte difficili, di rimpianti e di accettazione di sé. Un romanzo breve che consiglio con piacere, sia per le atmosfere sarde, descritte con tocchi di poesia che rammentano il realismo magico di taluni narratori sudamericani, sia per l’accurata descrizione dei personaggi e del loro cammino interiore.
Ci sono dei ricordi che rimangono stampati in modo indelebile nel cuore, marchiandone a fuoco tutti i battiti.
Anche dopo tanti anni e anche dopo essere stati sepolti dalla polvere del tempo trascorso.
Con questa certezza, il vecchio Rino, inizia a esporre la sua storia: un racconto lungo, fatto di veglia e di sonno, in cui parla del primo amore, impronunciabile, per il suo compaesano Bustianu. All’ombra del monte Supranu, custode terribile e immoto del paese di Ossure, sboccia la loro relazione, anche se non sarebbe mai dovuto succedere.
In un’epoca controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte difficili, dettate dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da non riuscire a intravedere i confini dei loro sentimenti.
Una storia delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere impressa per sempre nell’animo di chi riuscirà a leggerla, lasciandosene coinvolgere senza pregiudizi.
Polvere è il secondo classificato per la terza edizione del premio Mondoscrittura – Città di Ciampino, sezione Editi.
Quanto tempo è trascorso! Rino è vecchio, solo la mente è rimasta giovane e libera. I ricordi sono rimasti in lui, freschi come quando si erano creati, e la polvere che gli anni vi hanno depositato sopra non è riuscita a cancellarli.
Questi ricordi liberano un soliloquio, mediante il quale Rino si rivolge a quell’amore negato per un uomo, Bastianu, cui finalmente rivolge quel fiume di parole non dette che hanno avvelenato un’intera esistenza.
Certo, ormai è troppo tardi per tutto: per gridare l’amore che non può dire il suo nome, per vivere con coraggio una scelta di vita mai fatta.
I ricordi si affastellano, irrompono come un torrente in piena. E ci riportano agli Anni ’70, a Ossure, un paesino della Sardegna, in cui la mentalità bigotta condanna l’omosessualità come un’aberrazione degna di bestie, non di uomini.
Rino parla finalmente, parla e ricorda a Bastianu, la loro storia: il primo incontro, il primo bacio, la fine. Inevitabile? Accettata? Rimpianta sempre. E racchiusa nella menzogna, perché Rino si adegua alla mentalità corrente e sposa una donna da cui avrà dei figli. Questa doppia vita, se da un lato pone al sicuro Rino dalle malelingue del paese e preserva l’onorabilità della famiglia, dall’altra spegne un poco alla volta questo legame fortissimo. Bastianu, infatti, dapprima subisce in silenzio questa scelta dell’amante, poi si trasferisce in Francia. Lontano, ma non del tutto, perché le lettere che i due si scambiano rimangono un filo che li unisce negli anni.
Non ci sono vincitori in questa storia amara. Perdono tutti: Bastianu, costretto a porre migliaia di chilometri fra il proprio sentimento e quell’infernale microcosmo gretto e meschino. Rino, che vede allontanarsi l’unica occasione per una vita libera e felice. Caterina, la moglie innamorata, unita a un uomo che non può ricambiare questo sentimento.
Il pregiudizio ha avuto ancora una volta la meglio su un sentimento puro e l’ha schiacciato con crudele determinazione.
Polvere ci regala una storia dolente, scritta con penna delicata e fluida. Il linguaggio è raffinato, a volte scivola come una musica dolente, altre taglia come un coltello affilato.
Questa storia d’amore merita di essere letta, anche perché i tempi sono solo un po’ cambiati da quegli anni lontani. Ed è bene che qualcuno ci ricordi che l’amore è sempre e solo amore.
TRAMA: Ci sono dei ricordi che rimangono stampati in modo indelebile nel cuore, marchiandone a fuoco tutti i battiti. Anche dopo tanti anni e anche dopo essere stati sepolti dalla polvere del tempo trascorso. Con questa certezza, il vecchio Rino, inizia a esporre la sua storia: un racconto lungo, fatto di veglia e di sonno, in cui parla del primo amore, impronunciabile, per il suo compaesano Bustianu. All’ombra del monte Supranu, custode terribile e immoto del paese di Ossure, sboccia la loro relazione, anche se non sarebbe mai dovuto succedere. In un’epoca controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte difficili, dettate dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da non riuscire a intravedere i confini dei loro sentimenti. Una storia delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere impressa per sempre nell’animo di chi riuscirà a leggerla, lasciandosene coinvolgere senza pregiudizi.
Ho letto questo libro l’anno scorso mentre divoravo m/m senza filtro, praticamente acquistando ogni cosa che potesse essere riconducibile, anche lontanamente al gay romance. Avevo trovato opere interessanti, altre illeggibili o squallide, alcune mi avevano fatto morir dal ridere e altre mi avevano provocato un fiume di lacrime.
Come ormai sapete ho un debole per le storie che trasmettono emozioni forti, a volte angoscianti, meglio se con un happy ending raggiunto a fatica, quindi il libro che mi trasforma in una fontana singhiozzante, per i miei gusti, è un libro che lascerà per sempre una traccia dentro di me.
“Polvere” è uno di questi. Quando lo lessi la prima volta, non facevo ancora parte del blog e quindi non ho mai potuto parlarne con nessuno (giammai!). Sapevo solo che mi aveva lasciato stremata.
Chiariamoci subito, non è un gay romance nel senso più stretto del termine ma un libro di ricordi dolci e amari su un amore impossibile, nella Sardegna del dopo guerra.
Rino e Bastianu. Cari ragazzi, quante lacrime mi avete fatto versare.
Questo libro è un continuo salto temporale che, almeno inizialmente, mi ha provocato un po’ di confusione, poi man mano che la lettura proseguiva ho cominciato a voler sapere cosa si erano detti quella volta, cosa era successo in quel particolare momento e passavo dal voler entrare nelle pagine per prendere a schiaffoni Rino al volergli prendere la mano e confortarlo, perché comunque io ragionavo con la testa e la società di adesso, non con quella di allora.
Mi chiedo quante persone come loro hanno vissuto così, hanno sofferto così e ai giovani omosessuali dico di godersi lo spazio che hanno e di approfittare della visibilità che i tempi odierni offrono loro perché, per quanto si sia ancora lontani dalla parità di diritti, dovrebbero ricordarsi che 20 e 30 anni fa parlare anche solo di un gay romance era impensabile e pericoloso.
Lo so che in molte zone è ancora così, anche in Italia purtroppo, ma io voglio vedere il bicchiere mezzo pieno e guardando indietro, leggendo anche opere come questa, posso vedere gli enormi passi avanti che sono stati fatti. Fine del mio sermone al quale, comunque, dovreste ormai essere abituati.
Rino è in ospedale, fisicamente inabile ma ancora con la mente attiva e ripercorre, sentendo ormai di essere prossimo alla fine, agognando anzi quel momento tanto atteso, la sua vita e il suo amore impossibile per il giovane Bastianu. Bastianu, disperatamente innamorato di lui, Bastianu che sceglie la via dell’esilio per essere se stesso fino in fondo, Bastianu che ritroverà in età matura, Bastianu che negli anni sarà il suo segreto, il suo più grande rimpianto, il suo più grande amore.
La parte della vita rammentata da Rino che più mi ha fatto venire il magone è stata proprio la maturità quando quella stessa vita, a cui Rino ha permesso di calpestarlo, gli darà una seconda inaspettata occasione.
La ricerca del perdono sarà invece la parte conclusiva del suo lungo viaggio nei ricordi, il perdono verso la moglie Caterina mai amata veramente, verso Bastianu per il quale non ha lottato e che ha fatto tanto soffrire ma specialmente verso se stesso, per essersi impedito di vivere veramente.
Sarà grazie alla figlia Luisa che Rino farà pace con la propria anima e finalmente si lascerà andare, si lascerà prendere dal suo Bastianu che nella morte lo ha preceduto, per stare per sempre insieme in quel luogo meraviglioso che è lo spirito.
Con questa prova mirabile come poche altre da me trovate nel corso degli anni, Francesco Mastinu è stato capace di ispirarmi ogni tipo di emozione, dalla rabbia allo struggimento, dal dolore alla compassione, dall’esaltazione all’accettazione di quella realtà a cui non si può sfuggire, per quanti libri si leggano.
Mi rendo conto che non è un romanzo per tutti, per chi vuole ridere, o svagarsi o farsi venire i bollori, non è proprio azzeccato. Di sicuro è un romanzo che mi ha fatto rimanere incollata alle pagine, mi ha fatto soffrire per l’inciviltà, per il dolore e per l’arretratezza di quel mondo, neanche così lontano, che tanto ha da farsi perdonare.
“Ti prende, ti mastica e ciò che rimane di te lo sputa per terra”. Ecco cosa fa il vero scrittore di talento.
Chi ha letto e amato l'opera di esordio di Francesco Mastinu, Eclissi, rimarrà egualmente soddisfatto di questa nuova opera, sebbene più breve e dall'intreccio più semplice. Una storia di ricordo e rimpianto, in un confronto nostalgico tra giovinezza e vecchiaia, che ripresenta tutti i fortunati ingredienti caratteristici dell'autore: una narrazione frammentata, che alterna diversi piani temporali, introspezione psicologica, uno stile a tratti stucchevole per una dimensione intima piuttosto nitiChi ha letto e amato l'opera di esordio di Francesco Mastinu, Eclissi, rimarrà egualmente soddisfatto di questa nuova opera, sebbene più breve e dall'intreccio più semplice. Una storia di ricordo e rimpianto, in un confronto nostalgico tra giovinezza e vecchiaia, che ripresenta tutti i fortunati ingredienti caratteristici dell'autore: una narrazione frammentata, che alterna diversi piani temporali, introspezione psicologica, uno stile a tratti stucchevole per una dimensione intima piuttosto nitida, densa di lirismo.
La novità consiste nello spessore dato allo sfondo, la Sardegna della seconda metà del Novecento, dagli anni Cinquanta circa ad oggi. La terra provincialissima fa da sfondo alla vicenda amorosa di Rino e Bastianu, quasi a volerli confinare ancora di più, un'isola dentro un'isola, ed emerge soprattutto sul profilo linguistico, inondando il testo di colorature dialettali che vanno ad arricchire il comparto stilistico, con un'alternanza azzeccata di registri.
Il tema è sempre quello, il rimpianto per un amore mai vissuto pienamente, ostacolato da una società retrograda e dalle inibizioni che essa ha instillato nei suoi membri. Mentre Bastianu accetta di dedicare la sua stessa vita all'amato, rifiutando le convenzioni ed abbracciando tutti i sacrifici possibili, Rino annida il suo amore segreto (e che fatica sempre a chiamare "amore", preferendo più spesso parlare di "peccato") in una piega della sua esistenza, al buio, mentre alla luce del sole mette su famiglia. Il canovaccio ricorda un po' quel tondelliano Camere separate che tante opere ha ispirato, fosse solo per l'aver restituito un'autentica fotografia dell'amore omosessuale in Italia, separato da distanze e confini visibili e invisibili. Senza tacere di un altro cult: Brokeback Mountain. E' lo stesso autore a rivelarlo nella postfazione: molti autori lgbt hanno avuto un "momento Brokeback Mountain", ma è singolare che nel suo caso il "momento" abbia comportato una riscoperta della sua "sardità".
Al piano tematico della rievocazione nostalgica della giovinezza, dal forte sapore proustiano, si affianca un piano più originale, il presente della vecchiaia: il lettore trova così un Rino ormai anziano, invalido, una mente sveglia in un corpo quasi morto che aspetta la sua ora per ricongiungersi con l'amato. Sono poche pennellate, ma grosse, che fanno intravedere un mondo di invalidi e badanti dell'est, di famiglie sgangherate, lutti e separazioni. Forse è questo il miglior pregio dell'opera, una stratificazione invisibile di storie e tempi, a grattar la superficie della storia d'amore c'è tanto da scoprire, ci sono personaggi silenti, e tutte le sfumature della vita. Una storia godibile e coinvolgente, dunque, per un'opera ricca di contenuti....more
Recensione a cura del blog Il Rumore dei Libri:
Il romanzo narra la tormentata storia d'amore tra Rino e Bustianu. Il tutto si volge in Sardegna negli anni cinquanta e in quel periodo una storia d'amore tra due uomini, non era per niente ben vista.
Rino decide di accontentare la sua famiglia sposando una donna, Caterina, con la quale avrà due figli. Nonsotante ciò continuerà segretamente a frequentare e amare Bustianu, che non sopportando più la situazione e i continui litigi decide di lasciareRecensione a cura del blog Il Rumore dei Libri:
Il romanzo narra la tormentata storia d'amore tra Rino e Bustianu. Il tutto si volge in Sardegna negli anni cinquanta e in quel periodo una storia d'amore tra due uomini, non era per niente ben vista.
Rino decide di accontentare la sua famiglia sposando una donna, Caterina, con la quale avrà due figli. Nonsotante ciò continuerà segretamente a frequentare e amare Bustianu, che non sopportando più la situazione e i continui litigi decide di lasciare la Sardegna, trasferendosi in Francia.
Una ventina di anni dopo, rimasto vedovo, Rino scrive a Bustianu. Questi si presenterà a casa di Rino e la loro storia d'amore riprenderà con la stessa passione di un tempo. Ma...
Ho molto apprezzato questo romanzo.
Un romanzo davvero passionale, coinvolgente e direi toccante. Verso la fine sono riuscita a stento a trattenere le lacrime.
Ho amato la storia d'amore tra Rino e Bustianu. Una storia delicata, passionale, segreta e profonda.
Lettura molto scorrevole. Inizialmente mi è sembrata la solita storia d'amore invece ho dovuto ricredermi. Una storia bellissima che l'autore ha saputo rendere coinvolgente.
Assolutamente da leggere. ...more
Non è facile che mi commuova. Per un film, magari. Ma la parola scritta ha bisogno di una forza enorme per smuovere le lacrime. Ecco. Polvere questa forza enorme ce l'ha nella semplicità di una storia che si sente vera dalla prima all'ultima riga. Quanto dolore sa imporre l'intolleranza. Quante felicità sacrificate al rispetto di regole inossidabili perché non scritte ma tramandate dall'incapacità di accettare il cambiamento. Polvere è una delle più belle e drammatiche storie d'amore che abbia lNon è facile che mi commuova. Per un film, magari. Ma la parola scritta ha bisogno di una forza enorme per smuovere le lacrime. Ecco. Polvere questa forza enorme ce l'ha nella semplicità di una storia che si sente vera dalla prima all'ultima riga. Quanto dolore sa imporre l'intolleranza. Quante felicità sacrificate al rispetto di regole inossidabili perché non scritte ma tramandate dall'incapacità di accettare il cambiamento. Polvere è una delle più belle e drammatiche storie d'amore che abbia letto, da molto molto tempo. Un libro che può fare molto per smuovere le coscienze e per non permettere più che un amore grande come quello di Rino e Sebastiano vadano persi in un oceano di inutile infelicità. Da leggere.(less)
Secondo romanzo di Francesco Mastinu, già autore di Eclissi, storia breve e dall'intreccio semplice ambientata nella Sardegna del secondo Novecento. Di nuovo Mastinu esplora il tema del rimpianto per un amore mai vissuto pienamente, ostacolato da una società retrograda.
Una storia godibile e avvincente che non deluderà chi ha già amato Eclissi.
Ambientato nel periodo del dopo guerra, Polvere è la storia di due amanti, che non riescono a godersi i loro sentimenti. Dopo un lungo calvario, anni di sofferenza e rinunce, i protagonisti si incontrano nuovamente e sembra giunto il loro momento di esser felici ma... (c'è sempre un ma)
I personaggi sono talmente ben caratterizzati da sentirli vicini. Polvere è gioia, tormento, una lettura che tocca l'anima.
Ambientato nel periodo del dopo guerra, Polvere è la storia di due amanti, che non riescono a godersi i loro sentimenti. Dopo un lungo calvario, anni di sofferenza e rinunce, i protagonisti si incontrano nuovamente e sembra giunto il loro momento di esser felici ma... (c'è sempre un ma)
I personaggi sono talmente ben caratterizzati da sentirli vicini. Polvere è gioia, tormento, una lettura che tocca l'anima.
Per quanto riguarda la stesura è molto fruibile e curata. Le conversazioni son ben delineate e esaltate dai termini tipici del dialetto sardo, che mettono in rilievo contesto e atmosfere.
Voto pieno, perchè è un romanzo che, a modo suo, mi ha scosso. (less)