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TITOLO: Polvere
AUTORE: Francesco Mastinu
CASA EDITRICE: Runa Editrice
GENERE: Romance
TRAMA: Ci sono dei ricordi che rimangono stampati in modo indelebile nel cuore, marchiandone a fuoco tutti i battiti. Anche dopo tanti anni e anche dopo essere stati sepolti dalla polvere del tempo trascorso. Con questa certezza, il vecchio Rino, inizia a esporre la sua storia: un racconto lungo, fatto di veglia e di sonno, in cui parla del primo amore, impronunciabile, per il suo compaesano Bustianu. All’ombra del monte Supranu, custode terribile e immoto del paese di Ossure, sboccia la loro relazione, anche se non sarebbe mai dovuto succedere. In un’epoca controversa, dal secondo dopoguerra ai ruggenti anni ottanta, in cui la società sarda ha subito quella brusca virata che segna il passaggio dalla vita rurale a quella moderna, i due uomini compiranno scelte difficili, dettate dal rimpianto e dal senso della morale che li opprime, senza riuscire mai a scordare la natura del loro legame, anche quando saranno tanto lontani da non riuscire a intravedere i confini dei loro sentimenti. Una storia delicata, dal sapore antico ma nel contempo attuale, destinata a rimanere impressa per sempre nell’animo di chi riuscirà a leggerla, lasciandosene coinvolgere senza pregiudizi.
Ho letto questo libro l’anno scorso mentre divoravo m/m senza filtro, praticamente acquistando ogni cosa che potesse essere riconducibile, anche lontanamente al gay romance. Avevo trovato opere interessanti, altre illeggibili o squallide, alcune mi avevano fatto morir dal ridere e altre mi avevano provocato un fiume di lacrime.
Come ormai sapete ho un debole per le storie che trasmettono emozioni forti, a volte angoscianti, meglio se con un happy ending raggiunto a fatica, quindi il libro che mi trasforma in una fontana singhiozzante, per i miei gusti, è un libro che lascerà per sempre una traccia dentro di me.
“Polvere” è uno di questi. Quando lo lessi la prima volta, non facevo ancora parte del blog e quindi non ho mai potuto parlarne con nessuno (giammai!). Sapevo solo che mi aveva lasciato stremata.
Chiariamoci subito, non è un gay romance nel senso più stretto del termine ma un libro di ricordi dolci e amari su un amore impossibile, nella Sardegna del dopo guerra.
Rino e Bastianu. Cari ragazzi, quante lacrime mi avete fatto versare.
Questo libro è un continuo salto temporale che, almeno inizialmente, mi ha provocato un po’ di confusione, poi man mano che la lettura proseguiva ho cominciato a voler sapere cosa si erano detti quella volta, cosa era successo in quel particolare momento e passavo dal voler entrare nelle pagine per prendere a schiaffoni Rino al volergli prendere la mano e confortarlo, perché comunque io ragionavo con la testa e la società di adesso, non con quella di allora.
Mi chiedo quante persone come loro hanno vissuto così, hanno sofferto così e ai giovani omosessuali dico di godersi lo spazio che hanno e di approfittare della visibilità che i tempi odierni offrono loro perché, per quanto si sia ancora lontani dalla parità di diritti, dovrebbero ricordarsi che 20 e 30 anni fa parlare anche solo di un gay romance era impensabile e pericoloso.
Lo so che in molte zone è ancora così, anche in Italia purtroppo, ma io voglio vedere il bicchiere mezzo pieno e guardando indietro, leggendo anche opere come questa, posso vedere gli enormi passi avanti che sono stati fatti. Fine del mio sermone al quale, comunque, dovreste ormai essere abituati.
Rino è in ospedale, fisicamente inabile ma ancora con la mente attiva e ripercorre, sentendo ormai di essere prossimo alla fine, agognando anzi quel momento tanto atteso, la sua vita e il suo amore impossibile per il giovane Bastianu. Bastianu, disperatamente innamorato di lui, Bastianu che sceglie la via dell’esilio per essere se stesso fino in fondo, Bastianu che ritroverà in età matura, Bastianu che negli anni sarà il suo segreto, il suo più grande rimpianto, il suo più grande amore.
La parte della vita rammentata da Rino che più mi ha fatto venire il magone è stata proprio la maturità quando quella stessa vita, a cui Rino ha permesso di calpestarlo, gli darà una seconda inaspettata occasione.
La ricerca del perdono sarà invece la parte conclusiva del suo lungo viaggio nei ricordi, il perdono verso la moglie Caterina mai amata veramente, verso Bastianu per il quale non ha lottato e che ha fatto tanto soffrire ma specialmente verso se stesso, per essersi impedito di vivere veramente.
Sarà grazie alla figlia Luisa che Rino farà pace con la propria anima e finalmente si lascerà andare, si lascerà prendere dal suo Bastianu che nella morte lo ha preceduto, per stare per sempre insieme in quel luogo meraviglioso che è lo spirito.
Con questa prova mirabile come poche altre da me trovate nel corso degli anni, Francesco Mastinu è stato capace di ispirarmi ogni tipo di emozione, dalla rabbia allo struggimento, dal dolore alla compassione, dall’esaltazione all’accettazione di quella realtà a cui non si può sfuggire, per quanti libri si leggano.
Mi rendo conto che non è un romanzo per tutti, per chi vuole ridere, o svagarsi o farsi venire i bollori, non è proprio azzeccato. Di sicuro è un romanzo che mi ha fatto rimanere incollata alle pagine, mi ha fatto soffrire per l’inciviltà, per il dolore e per l’arretratezza di quel mondo, neanche così lontano, che tanto ha da farsi perdonare.
“Ti prende, ti mastica e ciò che rimane di te lo sputa per terra”. Ecco cosa fa il vero scrittore di talento.