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Mara non gioca a dadi

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NOIR -Un noir avvincente, intricato, dagli esiti sorprendenti!
Autore: Luciano Modica
ISBN: 978-88-97674-02-3
N.pag.: 228
Rilegatura: Brossura
Formato: 14x21

Prezzo di copertina 16,00 €
Sconto 0,80 €
Prezzo scontato 15,20 €


Descrizione

“…Privitera aveva comunque ben chiaro quanto reato e peccato fossero categorie diverse; lui, senza dubbio, era della prima che doveva occuparsi. Quanto all’anima nera degli uomini, teneva sempre ben a mente ciò che qualcuno aveva intuito prima di lui: la gravezza del peccato dipende dall'imperscrutabile malizia del cuore…”.

Mara non gioca a dadi è un noir incalzante che avvince il lettore sin dalle primissime pagine, ed in cui la trama si lega a filo doppio a riflessioni sul senso del male, sul caso e sulla capacità del singolo di scendere in guerra con il proprio destino.

 

 

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Recensione di Nadia Lorigiola

 

“If we share the night mare

Then we can dream

Spiritus mundi.

If you act, as you think,

The missing link,

Sinchronicity.”

POLICE

 

("Se condividiamo l'incubo
Allora possiamo sognare
Lo spirito del mondo.
Se si agisce, come si pensa,
L'anello mancante,
Sincronicità. ")

 

“Mara non gioca a dadi” è un noir che ti afferra già dalle prime righe, per non lasciarti andare che alla fine del libro.

Quali sono gli ingredienti che caratterizzano  il mondo narrativo di Luciano Modica, in questo suo primo romanzo? Innanzitutto, la trama è quella di un giallo ambientato in una non meglio definita città del nord Italia, dove dietro una facciata di rispettabilità si nasconde una società in cui si insinua la corruzione. Mara è una prostituta che batte in strada e che, una sera come tante, ha una brusca quanto inaspettata reazione ad un incontro per lei inusuale. Luca è un tranquillo agente di commercio la cui vita sta per essere stravolta da quell’incontro. E qui incontriamo il commissario Privitera, un personaggio che non potremo non amare, il quale segue per le sue indagini un metodo molto personale.

In questo libro, inoltre, troviamo un tema caro all’autore: la psicologia analitica junghiana. E infatti è proprio C.G. Jung che Modica cita all’inizio:

“L'incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante. Chi è in condizione di vedere la propria ombra e di sopportarne la conoscenza ha già assolto una piccola parte del compito.”

Seguendo il concetto junghiano di sincronicità, introdotto per descrivere la contemporaneità di due eventi connessi in maniera acausale, Privitera sviluppa la sua analisi dei fatti riflettendo sulla “coincidenza” di due o più eventi atemporali, quindi non sincroni, legati da un rapporto di analogo contenuto significativo.

Ad aiutare il commissario Privitera troviamo un suo caro amico, che vive in un monastero buddista tra le colline, e che si rivela anche come suo grande maestro e guida.

Durante la lettura di questo noir d’eccezione, non possiamo non immedesimarci nei personaggi ed immaginare di vivere le scene evocate da una scrittura avvincente e da un susseguirsi di colpi di scena che catturano il lettore dalla prima all’ultima riga.

Da lettrice appassionata, credo che facilmente si potrebbe realizzare una trasposizione cinematografica della storia, per poter seguire sul grande schermo le vicende di Privitera, Mara e della moltitudine di personaggi incontrati che caratterizzano uno spaccato della società attuale.

Un plauso a Modica per la sapienza con cui ha saputo dar loro voce, vita e pensiero.

 

Nadia Lorigiola

 

Recensione di Miriam Mastrovito

 

Mara è una giovane donna intrappolata in un’esistenza che non le concede molte gioie. Dopo un’infanzia trascorsa in orfanotrofio è finita sulla strada, costretta a vendere il suo corpo da un protettore che non le riserva alcuna tenerezza. Non è contenta della sua vita e vorrebbe essere altrove, tanto che inganna l’attesa tra un cliente e l'altro leggendo libri che le permettano di viaggiare con la fantasia. Una notte come tante altre, al termine del suo turno di lavoro, accetta un passaggio da uno sconosciuto. Non è insolito che qualcuno si offra di accompagnarla a casa ma quasi sempre il favore le viene concesso in cambio di una prestazione sessuale. Il fatto che Luca (questo il nome dell’uomo) non avanzi alcuna richiesta mostrandosi gentile e disinteressato ha su di lei un effetto spiazzante. Mara teme l’inganno, si prepara al peggio, cade in preda al panico. Qualcosa scatta nel su cervello e la manda in tilt fino a spingerla a un gesto sconsiderato: senza alcuna ragione plausibile accoltella il suo benefattore e scappa via.
Potrebbe essere l’epilogo di una storia di ordinaria follia, invece sarà solo l’inizio di una vicenda torbida e intricata. Il gesto inconsulto della donna provocherà una sorta di effetto domino.
Ben presto si ritroverà a essere ricercata non solo dalla polizia ma anche dai capi dell’organizzazione criminale che gestisce il giro di prostituzione in cui è invischiata. L’aggressione di cui si è macchiata ha infatti attirato l’attenzione delle forze dell’ordine sul clan mafioso. Il boss Franco Tropea non ha gradito e reclama vendetta.
A condurre le indagini sarà Privitera, un commissario sui generis che, a seguito di un drammatico episodio occorso nella sua carriera, ha maturato un grande interesse per la psicanalisi junghiana elaborando un metodo di approccio al crimine diverso dal solito. La ricerca del movente e dell’arma di un delitto, dal suo punto di vista, sono categorie insufficienti in ambito investigativo. La sincronicità degli eventi, il modo in cui i dettagli, anche quelli all’apparenza più insignificanti, si collegano e si inseriscono in un disegno più grande sono elementi imprescindibili per la comprensione della realtà. Come sostiene Einstein, Dio non gioca a dadi, ma gli uomini non sono da meno.
“Nulla accade per caso, e c’è sempre la possibilità di scegliere quale strada seguire, sebbene molto spesso non si tratti di fatti puramente razionali, ma di scelte che avvengono ad un livello ben più profondo ed imperscrutabile di ciò che noi chiamiamo coscienza”.
L’intuizione di Privitera si rivelerà calzante nel caso di Mara giacché un gesto dettato dall’inconscio in un momento di totale blackout della capacità di autocontrollo, innescherà una reazione a catena che condurrà alla scoperta di un’intera rete di corruzione. Ma non è tutto. Paradossalmente la coltellata sferrata a un innocente rappresenterà per la protagonista un punto di svolta. Sarà a partire da lì infatti che avrà luogo il suo percorso di redenzione e liberazione. Da creatura fragile e succube dei suoi aguzzini Mara gradualmente si trasformerà in un donna determinata a riscattarsi da una vita di miserie. Mossa dalla forza della disperazione tirerà fuori gli artigli e si mostrerà pronta a combattere per riappropriarsi del suo destino e della propria dignità.
Benché lei e il commissario non avranno occasione di incontrarsi, le loro azioni si legheranno a filo doppio intessendo un particolare legame a distanza la cui chiave interpretativa non può che essere rintracciata proprio nel concetto di sincronicità.
 
L’autore gestisce con maestria una trama ben articolata prestando particolare cura all’introspezione psicologica dei personaggi. Trattandosi di un noir, non incentra l’attenzione sulla ricerca dei colpevoli. Sin dall’inizio ci rivela chi ha commesso cosa − pur riservandosi un asso nella manica che calerà solo nel finale − tuttavia riesce a mantenere viva la curiosità del lettore chiamandolo a una sfida di tipo diverso. Perché gli attori della storia agiscono in un determinato modo, come sono giunti a essere quello che sono e, soprattutto, chi sono davvero i buoni e chi i cattivi?
La risposta a quest’ultimo interrogativo non sarà affatto scontata poiché man mano che i nodi verranno al pettine emergerà una realtà il cui livello di corruzione è giunto al punto di far saltare il confine tra legalità e illegalità.
 
Un romanzo davvero avvincente, crudo attuale e allo stesso tempo inconsueto poiché riesce a coniugare gli elementi tipici del noir con una riflessione di carattere filosofico sul senso della giustizia e sul ruolo che ciascuno di noi svolge nella costruzione del proprio destino.
 
Miriam Mastrovito
 
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