Il corniciaio
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Nord Est. La primavera è turbata da una serie di misteriosi delitti. In un sottobosco di prostituzione balcanica, ambienti omosessuali ed esoterismo orientale, Federico, un ambiguo corniciaio trentenne, Emma, giovane e affascinante psicologa e Massimo, misterioso cultore di magia nera, incrociano le loro solitudini. In un gioco di specchi, dove ciò che appare è solo un riflesso della realtà, il commissario Mario Angeletti cercherà tenacemente di dare un volto e un nome al misterioso “angelo della morte”.
Prefazione di Martina Galvani
Il titolo inquieta.
Restituisce l’idea di una professione desueta da svolgersi in solitudine, utilizzando nel proprio laboratorio arnesi potenzialmente pericolosi senza potersi permettere alcun margine di errore, oppure di un negozio in cui si vendano oggetti d’arredamento creati per custodire immagini. Non essendo presente nulla di equivoco nel termine dal punto di vista semantico, proprio per questo motivo istintivamente ci si aspetta il peggio. E non si sbaglia.
Il grigiore anonimo di Mestre, città dell’autore, si presta come “location” per un noir che potrebbe essere ambientato in qualsiasi provincia italiana, giacché l’efferatezza del crimine non conosce geografia.
Romanzo dai toni forti, a tratti pulp, che non concede sconti al lettore, benché spesso il tutto sia mitigato da quella sfumatura di ironia che caratterizza Pomoni perfino nei momenti più trucidi, quando affonda esplicito nel proprio intento trascinando il lettore fin dalle prime righe che seducono e costringono al proseguimento. Lo scrittore sembra fare appello a quel macabro atteggiamento che, in presenza di scene ripugnanti, impedisce all’osservatore di distogliere lo sguardo pur essendone intenzionato.
Pomoni si muove disinvolto tra dettagli raccapriccianti e nozionistica orientale, salta da problematiche connesse alla sessualità a momenti di intensa introspezione, risultando credibile per merito di un registro linguistico sempre adeguato e dell’evidente preparazione con la quale si accinge a scrivere e descrivere, confermandosi così un autore convincente del noir italiano: “Il corniciaio”è infatti il suo secondo romanzo pubblicato.
I colpi di scena sono imprevedibili e originali, mentre l’arduo intreccio tra l’esistenza del protagonista e quella delle persone che attorno a lui si trovano a gravitare sembra pervaso da un’aura mefitica e letale a cui non sia dato sottrarsi: una catena di violenze in cui ogni soggetto è investito del proprio ruolo funzionale e strumentale.
Alla crudezza delle situazioni descritte con realistica e scientifica precisione fa da contraltare l’ineluttabile dimensione metafisica che permea la trama, attribuendo un respiro trascendente alla narrazione. L’intangibilità dell’elemento esoterico domina perfino la Morte mentre lo sfondo rimane oscuro, come la cupezza che ammanta e offusca ogni debole spiraglio di catarsi, in un’atmosfera che richiama momenti di cinema tra De Palma e Argento.
Che la carneficina abbia inizio.
Martina Galvani
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Recensioni e Stampa:
Recensione di Mirko Giacchetti - Nero Cafè
Margini e cornici.
Mai avuta la sensazione di essere stato “inquadrato”? Ti sei mai reso conto che hanno tracciato un margine attorno a te? Sei arrivato da qualche parte, come tutti, e cosa hai fatto? Hai camminato sulla cornice oppure hai girato intorno ricalcando il tuo bordo, ma nella passeggiata hai mai guardato oltre, nell’Abisso? Ti è mai venuta voglia di saltare e passare dall’altra parte?
È difficile stare dentro ai margini… e se lo dice uno come il Joker, allora!
Il corniciaio, il nuovo romanzo di Luciano Pomoni, ci porta nel cuore “noir” di Mestre sulle tracce di Federico, ambiguo corniciaio trentenne; di Emma, l’affascinate psicologa; e di Massimo, il cultore di magia nera.
Una storia di solitudini che si incrociano e si confondono mentre la primavera perde la propria lotta contro il grigiore della città e l’Angelo della morte miete le sue vittime.
Nel sottobosco della prostituzione, degli ambienti omosessuali e dell’esoterismo orientale, il commissario Mario Angeletti cercherà di dare un nome e un volto al misterioso assassino.
Recensione di Francesca Ghiribelli - Un'altalena di emozioni
Un thriller esoterico, un noir sfumante nell'horror dell'occulto, un autore che fa da new entry in questa sorta di nuovo genere letterario. [...]
Una lettura che rimane impressa proprio per la sua particolare sfumatura di giallo sanguinario che vede nascere le sue radici nella materia più impensata e difficile da comprendere fino in fondo, quale è l'occulto.
Mi è piaciuto molto proprio perché lo scrittore è riuscito a unire bene il tutto scegliendo anche personaggi davvero originali e ben strutturati come Federico, il famoso e giovane corniciaio, protagonista della storia.
Pomoni ha saputo intrecciare il moderno uso dei social network, il difficile e comune tema dell'omosessualità e un argomento odierno come quello della prostituzione balcanica, senza scordarsi di aggiungere il coraggio della profonda storia di Emma e della sua famiglia, toccando temi delicati come l'antisemitismo. [...]
Un libro adatto a chiunque ami l'occulto, l'esoterismo e voglia sapere di più sulle impressionanti pratiche orientali che incombono sulla sorprendente 'risoluzione del cadavere'.