Oltre l'incerto limite
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Cosa hanno in comune una falsa geisha sul Duomo di Milano e un figlio adottivo in crisi? Cosa lega un’adolescente obesa a una gemella stanca di essere eternamente in coppia? Tutti noi sopportiamo o ci costruiamo dei limiti per esistere, dei confini che ci definiscono e ci contengono, ma che possono andarci stretti, come l’abbraccio di una madre ansiosa: confini mentali, etici, culturali, fisici. Confini che hanno a che fare con le nostre origini o col nostro futuro, con la nostra identità e i nostri sogni. A volte i protagonisti di queste storie vanno oltre, per scelta o per caso, per amore o per rabbia. Quel passo li perde o li salva. Li porta in un altrove da cui, se mai torneranno, torneranno trasformati per sempre. Altri personaggi, invece, il coraggio di superare i loro limiti, di fare quel passo non ce l’hanno e restano così, in bilico, immobili eppure già cambiati irreparabilmente da quello che, per un attimo, hanno solo intravisto di là.
La raccolta
Origini • S-confini • Martedì grasso Identità • Io no • Due Innocenza • Erika e il mare • Maria era una strega Conoscenza • La casa del padre • Paesaggio bretone Sogni • Al Girasole • Adele Futuro • Al bivio • La vita nuova |
I racconti premiati
Martedì grasso Finalista del premio Energheia, è stato messo in scena nello spettacolo "Black Room" di CreArtheater
Io no Vincitore di diversi concorsi letterari. Premio Speciale del Presidente al “Trofeo Penna d'Autore” XIX Premio Letterario Internazionale, maggio 2013
Adele Vincitore concorso Scriptag - Scripta Volant
La vita nuova Finalista al Premio Arthè 2011 |
Prefazione dell’autrice
La cosa più bella per me, da quando mi sono avventurata a scrivere, è ritrovare dentro una pagina molto più di quello che consapevolmente pensavo di averci messo. Non capita spesso, ma quando capita è fantastico. Rileggersi e domandarsi: “Questo l’ho scritto io?”
Ogni tanto qualcuno ti chiede: “Perché scrivi?” Credo, in fin dei conti, di scrivere per questo: per far emergere da chissà dove in modo sorprendentemente chiaro e pulito (non sempre, non spesso, non del tutto) cose che non so di sapere.
Quelli che trovate in questa raccolta sono racconti nati singles: scritti nello stesso periodo, ma di generi vari, dal fantastico al noir, al mainstream, e di estensione diseguale, dal cortissimo alla novella. Ognuno inseguiva una storia, una situazione, un personaggio, e sembrava che ciascuno di essi dovesse avere un destino indipendente: una rivista, il web, qualche concorso letterario per inediti. Qualcuno magari nel cassetto, in attesa del momento di vedere degnamente la luce. Poi una sera, come per caso, si sono rivelati prima una qualche strana somiglianza tra due, tre di loro e poi, pian piano, il filo che li legava tutti, al di là delle evidentissime differenze e disparità. Cosa avevano in comune una falsa geisha sul Duomo di Milano e un figlio adottivo in crisi? Cosa poteva collegare un’adolescente obesa a una gemella stanca di essere eternamente in coppia? Dopo un po’ era talmente evidente, che mi pareva impossibile non averlo notato prima. Tutte le storie, tutti i personaggi, si arrovellavano intorno al tema e al problema del “limite”, del “confine”.
Parlo dei limiti che tutti noi sopportiamo o ci costruiamo per esistere, dei confini che ci definiscono e ci contengono, ma che possono andarci stretti, come l’abbraccio di una madre ansiosa: confini mentali, etici, culturali, fisici. Confini che hanno a che fare con le nostre origini o col nostro futuro, con la nostra identità e i nostri sogni. A volte i protagonisti di queste storie vanno oltre, per scelta o per caso, per amore o per rabbia. Quel passo li perde o li salva. Li porta in un altrove da cui, se mai torneranno, torneranno trasformati per sempre. Altri personaggi, invece, il coraggio di superare i loro limiti, di fare quel passo non ce l’hanno e restano così, in bilico, immobili eppure già cambiati irreparabilmente da quello che, per un attimo, hanno solo intravisto di là.
A proposito di limiti oltrepassati, voglio spendere due parole sull’apparente mescolanza di generi che caratterizza la raccolta.
Dico apparente perché in realtà non ci sono qui racconti propriamente di genere: il rispetto dei canoni è sempre relativo, o si riduce a pura forma (mentre la sostanza narrativa è altrove).
Troverete gialli in cui l’investigatore non vuole trovare il colpevole, noir in cui è difficile distinguere i buoni dai malvagi, racconti in cui il confine tra ciò che è realistico e ciò che è fantastico è volutamente incerto. Insomma, non sono solo i protagonisti di queste storie, a giocare coi loro confini: io stessa ho giocato allo stesso gioco, o almeno ho voluto provarci.
Tina Caramanico
Recensioni e Stampa:
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Recensione - Il bosco dei sogni fantastici - Isabella Cavallari
Recensione di Rosaria Andrisani - Art-Litteram
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